Salute
15 Ottobre 2022
Marco Orioli, responsabile infermieristico del 118 di Ausl Ferrara, sottolinea la necessità di far sì che "la prima catena del soccorso inizi proprio dal soccorritore occasionale"

Sopravvivere all’arresto cardiaco: “Se rianimazione tempestiva, le possibilità possono triplicarsi”

di Redazione | 2 min

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Iniziare immediatamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare può raddoppiare o addirittura triplicare le possibilità di sopravvivenza della persona colpita da arresto cardiaco.

È quanto afferma Marco Orioli, responsabile infermieristico 118 dell’Ausl di Ferrara, che spiega come “la prima catena del soccorso inizi proprio dal soccorritore occasionale” al fine di rendere più efficace l’utilizzo del defibrillatore e agevolare l’intervento dell’equipe del 118.

Ne sono stato un esempio le testimonianze delle ferraresi Loretta Pretto e Orsola Cipro che, durante l’ultima edizione – la decima – de ‘Il 118 scende in piazza’ hanno raccontato come il massaggio cardiaco praticato in maniera tempestiva sia stato fondamentale per salvare le loro vite.

“Mi sono svegliata dopo due giorni e inizialmente – ha raccontato Pretto – avevo rimosso l’evento, poi ho ricordato. Ho avuto un arresto cardiaco sul lavoro e devo ringraziare i miei colleghi se sono ancora qui. Roberto e Alice hanno dato l’allarme, mentre Maura mi ha praticato il massaggio cardiaco per 14 minuti fino all’arrivo dell’ambulanza. Devo la vita a loro tre. La tempestività del massaggio cardiaco è stata fondamentale, ricordo tutto, e non ho mai avuto problemi di memoria. Ora mi hanno consigliato di avere ritmi più tranquilli rispetto a prima, ma la mia vita non è cambiata molto”.

Cipro ha invece un vuoto di cinque giorni, le hanno raccontato che mentre era in palestra ha avuto un arresto cardiaco: “Sono stata fortunata perché ero nel posto giusto al momento giusto, sono stata subito soccorsa, grazie a Cristiano, proprietario della palestra, Serena e Michele che mi hanno praticato il massaggio cardiaco e poi mi hanno dato due scosse con il defibrillatore. Poi mi sono svegliata in Cardiologia, ho ricordi sconnessi e sparsi. La mia vita è ripresa benissimo, mi sono ripresa subito benissimo, e forse per il fatto che non ricordo nulla ho ricominciato la mia vita normalmente”.

Due racconti che suggellano il patto tra cittadinanza e l’attività del 118 per salvare il bene più prezioso, la vita. Un’attività, quella dei sanitari a bordo delle ambulanze, che nel Ferrarese è oggi tornata ai livelli pre-Covid, dopo “tre anni particolari” sottolinea ancora Orioli, condizionati soprattutto dal lockdown per la pandemia di Covid-19.

Nel 2020, infatti, i servizi del 118 a Ferrara e provincia hanno visto un calo di circa 3.500 prestazioni, complici chiusure, restrizioni e un numero sempre minore di incidenti stradali. Solamente nel 2021 si è assistito a una graduale ripresa dei numeri di interventi pre Sars-Cov-2, mentre nel 2022 – chiude il responsabile infermieristico – l’attività “è ripresa come prima“.

 

 

 

 

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