Inchiesta Pma. Altri due sanitari indagati
Si allarga ancora di più l'inchiesta per lo scandalo al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'ospedale di Lagosanto
Si allarga ancora di più l'inchiesta per lo scandalo al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'ospedale di Lagosanto
Presentato il 12 dicembre, alla Casa della Comunità Cittadella San Rocco, il progetto On Connect 2.0, evoluzione di un percorso già attivo da oltre due anni
Spostare il processo da Ferrara a Varese. È la richiesta - già avanzata in indagini preliminari - che la difesa dell'imprenditore ferrarese Andrea Zironi, professionista riconosciuto dal 1989 nel campo della intermediazione e della consulenza nel settore dell'oro fisico da investimento, ha riproposto ieri (venerdì 12 dicembre)
Ferrara ha reso omaggio a don Pietro Maria Zanarini, sacerdote martirizzato il 28 luglio 1798 dai repubblicani francesi durante l’occupazione napoleonica
Conto alla rovescia per l'arrivo della Fiamma Olimpica a Ferrara, e a poco meno di un mese dalla tappa cittadina prende forma il tracciato lungo il quale i 43 tedofori si "passeranno" la fiamma

(archivio)
“In questa zona solo nigeriani”. Sembra esserci una motivazione etnica all’origine di una rapina subìta nel 2018 da un giovane gambiano a opera di un gruppo di cittadini nigeriani in zona Gad.
Ieri le battute finale processo davanti al tribunale in composizione collegiale (presidente Silvia Marini, a latere Ilaria Inghilleri e Giulia Caucci), con la richiesta di condanna a 5 anni e 950 euro di multa avanzata dalla pm Barbara Cavallo nei confronti di uno dei due imputati (difeso dall’avvocato Guido Menarini), e di assoluzione per il secondo, non riconosciuto dalla vittima.
Vittima (assistita dall’avvocato Massimo Cipolla) che, dopo essere fuggita, andò a denunciare tutto ai carabinieri, raccontando di essere stata accerchiata e percossa da un gruppo di nigeriani, che lo hanno insultato e minacciato perché non poteva stare lì, in zona IV Novembre, area che ritenevano sotto il loro controllo. Dopo la colluttazione sarebbe stato derubato del telefono cellulare – mai ritrovato – e da qui nasce l’imputazione per rapina. Il tutto sarebbe terminato grazie all’intervento di un uomo dall’esterno, che però non vide la parte offesa venire picchiata. Per questi fatti è già stato giudicato separatamente un altro uomo, autore delle condotte principali.
Le difese degli odierni imputati, chiedendo l’assoluzione per i loro assistiti, hanno evidenziato le lacune e le incongruenze delle ricostruzioni testimoniali, compresa quella della vittima, sia sulle botte subite che sull’effettiva causa della scomparsa del telefonino.
La sentenza dovrebbe arrivare il 15 dicembre.
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