Attualità
29 Settembre 2022
La rabbia si è scatenata anche nella città estense dopo l’assassinio di Mahsa Amini da parte della polizia. Numerosi gli aderenti alla manifestazione

Ferrara in piazza per le donne iraniane: “Compatte contro repressione e violenza”

di Redazione | 3 min

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“Donne, vita, libertà. Il regime islamico è il nostro nemico”. Questo il canto che si alza, insieme a una versione persiana di Bella Ciao, dalla manifestazione che si è svolta in piazza Trento Trieste mercoledì 28 settembre a sostegno della lotta condotta dalle donne e dal popolo iraniano contro l’oppressione e la violenza perpetrata dal regime.

Hanno aderito all’iniziativa la rete per la Pace: Movimento Nonviolento, Anpi, Udi Ferrara, Centro Donna Giustizia, Cgil, Biblioteca Popolare Giardino, Cittadini Del Mondo, Arcigay, Pax Christi, Orto Condiviso, Emergency Ferrara, comunità Papa Giovanni XXIII, Dammi la Mano, auto mutuo aiuto in rete odv. Anche la rettrice Laura Ramaciotti e l’Università di Ferrara hanno aderito alla manifestazione, esprimendo profondo cordoglio per le tante giovani vittime causate dalla violentissima repressione delle proteste a Teheran e in altre città iraniane, nonché ferma e dura condanna di queste orribili violazioni dei diritti umani e civili e di ogni forma di violenza fisica e morale contro le donne.

Come ha spiegato un’attivista, citando informazioni riportate dalla stampa, in Iran le giovani protestano, anche quelle delle classi benestanti, insieme alla generazione degli anni Ottanta, le attiviste conosciute come ‘le ragazze di via della rivoluzione’, che hanno dato un grande contributo alla lotta per l’emancipazione, ma ci sono anche tanti uomini iraniani. La compattezza può essere la chiave della vittoria. La rabbia repressa si è scatenata dopo l’assassinio di Mahsa Amini da parte della polizia, solamente per aver indossato male l’hijab. Si grida morte al dittatore e vita libera per le donne, che non vogliono più sottostare a un regime religioso, si tolgono il velo e lo bruciano, e subiscono una repressione molto violenta. Il governo iraniano infatti fa tutto quanto in suo potere per bloccare queste manifestazioni, compreso tagliare internet e bloccare whatsapp. “Il controllo sulle donne iraniane è totale – continua a raccontare l’attivista – già dai 7 anni devono andare a scuola con l’hijab, e sottostare a rigidi controlli affinché copra bene i capelli, a cui si aggiungono una serie di tabù sociali”.

La protesta ferrarese è stata inoltre trasmessa in collegamento con Radio Iran International.

“Alcuni – afferma Niousha Mohseni, studentessa iraniana – potrebbero chiedersi cosa importa a loro di questa situazione. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina sono scesa in piazza, ho fatto qualsiasi cosa per aiutare e non sono ucraina, però sono un essere umano, e l’ho fatto per altri esseri umani. L’ho fatto perché non posso essere serena e tranquilla sapendo che altre persone soffrono nel mondo in cui vivo. Oggi noi siamo scesi in piazza non solo per mostrare solidarietà al popolo iraniano, ma anche per mostrare che siamo uniti contro l’ingiustizia e sappiamo quali sono i diritti umani. In Italia ho imparato che è bello essere liberi, e in Iran ho imparato che avere coraggio per gridare per la libertà è ancora più bello”.

“Questa battaglia è iniziata più di 40 anni fa – racconta Kimi Ghorbani, cantante, attivista e giornalista – il maschilismo tiene indietro le donne, che però hanno continuato a combattere il regime. Stavolta è diverso, le giovanissime sono forti e coraggiose, conoscono la libertà, sono scese in piazza e non hanno nulla da perdere. Chiedo a tutti gli intellettuali di insegnare ai giovani come possiamo portare avanti questo movimento, qualsiasi voce può aiutare, vogliamo dire ai Paesi europei che non devono vedere il governo islamico dell’Iran come un governo normale, sono assassini che da 40 anni uccidono le persone”.

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