Politica
27 Settembre 2022
La riflessione di Paola Boldrini. Zappaterra: “La democrazia é questo: confronto e alternanza”

“Il Pd non intercetta più il voto di chi ritiene di rappresentare”

di Redazione | 3 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

Occorre un sindaco che lavori per il futuro di questa città

I Civici intervengono su una città che invecchia e con i giovani troppo spesso costretti a emigrare. "Lo stesso 'Patto per il lavoro e per il clima - Focus Ferrara' sottoscritto nel 2021 dalle istituzioni e parti sociali ferraresi riconosce la crisi demografica, insieme all’emergenza climatica, come il principale problema da affrontare e individua gli interventi per affrontarla, ma è rimasto lettera morta"

“Il dato certo è che il Pd non ha vinto da nessuna parte”. Basta guardarsi attorno per capire che, oltre a chi ha vinto, c’è anche chi ha perso. E ha perso male, malissimo.

Il Partito democratico non raggiunge nemmeno la soglia di tollerabilità del 20% e Paola Boldrini, senatrice uscente candidata alla Camera nell’uninominale, non può che ammettere il “dato inconfutabile, che abbiamo il dovere di non annacquare con altre interpretazioni. Il voto degli elettori è andato a Fratelli d’Italia e alla coalizione dl centro destra, che ha vinto grazie ad una legge elettorale che non è stata cambiata e premia le coalizioni. E il voto, in democrazia, va rispettato senza se e senza ma”.

Per l’ex senatrice “come Pd va fatta con urgenza una riflessione, dobbiamo chiederci – e risponderci – come mai gli elettori, a fronte di proposte che noi ritenevamo e riteniamo migliori per il futuro del Paese, abbiano scelto il centro destra. Oltre che sull’aumento dell’astensionismo”.

Per quanto riguarda la sua persona, un conforto viene dall’esito personale, “per cui a Ferrara, ad esempio, ho avuto 997 voti alla persona. Nel capoluogo siamo il secondo partito dopo Fratelli d’Italia, quindi prima di una Lega che evidentemente sul territorio è meno forte di tre anni fa. A Jolanda, Comune difficile, il Pd è il primo partito, come lo è ad Argenta”.

Risultati “non scontati”, ma che “non bastano a rallegrarsi ma sono concreti. Va aperta un’analisi seria all’interno di un partito che non intercetta più il voto di chi ritiene di rappresentare. Io continuerò il mio impegno politico con la determinazione e l’onestà intellettuale con cui in questi anni sono stata in Parlamento e prima ancora sul territorio”.

Altra dem a rimanere a casa è Marcella Zappaterra, che aveva accettato di “correre e di metterci la faccia e il cuore. L’ho fatto, per il mio partito e il mio territorio”. La capogruppo dem in Regione sapeva che “era una missione impossibile, ma non era un buon motivo per sottrarsi. Sono rammaricata per il risultato finale, ma non ho alcun rimpianto perché ho fatto tutto quello che potevo”.

“La democrazia è questo: confronto e alternanza – aggiunge -. Ora vedremo all’opera il nuovo Parlamento e il Governo. Certamente il centrosinistra e il Partito Democratico sono usciti sconfitti dalla competizione. Hanno perso credibilità agli occhi degli elettori. Penso che ora molte cose dovranno cambiare. Abbiamo chiesto atti di fede a militanti, amministratori locali ed elettori per troppo tempo. Siamo stati tutto e niente. É ora di maturare e di farlo guardando agli errori fatti e al buono che c’è”.

Zappaterra proseguirà il proprio lavoro in Emilia-Romagna, “dove penso che si stiano creando i presupposti per una comunità più coesa e capace di guardare al futuro con fiducia”.

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