Alcuni potrebbero già definire la propria posizione, altri invece dovrebbero proseguire e chiedere di essere giudicati sulla base delle carte d’indagine o in rito ordinario, nel contraddittorio più completo. È il giorno dell’udienza preliminare del procedimento per il giro di tangenti da circa 300mila euro a Ferrara Fiere messo in piedi tra 2012 e 2017.
Si attendono le strategie difensive dei principali accusati, Nicola Zanardi, ex vertice dell’Ente, e del suo successore, Filippo Parisini, che potrebbero scegliere riti premiali o il rito ordinario. Entrambe le difese (avvocato Marco Linguerri per Zanardi, e anche per la direttrice Giorgina Arlotti, e avvocato Claudio Maruzzi per Parisini) nella precedente udienza avevano valutato l’esecuzione di una consulenza tecnica per fare chiarezza sulla natura giuridica della Fiera: soggetto di diritto pubblico o società privata? Una differenza che cambierebbe, e non di poco, la posizione loro posizione che potrebbe fare cadere le accuse più gravi: a vario titolo, concussione, peculato, contraffazione di sigilli.
Una consulenza verrà depositata dalla difesa di Angelo Rollo, amministratore della società che stampava i biglietti per la Fiera (assistito dall’avvocato Simone Bianchi), accusato di aver, in accordo con Zanardi e Arlotti, effettuato una doppia emissione di ticket ‘nuovi’ ma ritenuti contraffatti, in modo da eludere la rendicontazione Siae, nonché la contabilità della Fiera. È probabile che scelga di essere giudicato in abbreviato.
C’è poi Pietro Scavuzzo, ex allestitore in Fiera, ex collaboratore di giustizia, e ‘gola profonda’: in questo procedimento ha la doppia veste di imputato (assistito dagli avvocati Lorenzo Buldrini ed Elisabetta Marchetti) e di vittima.
E c’è ancora in ballo il secondo filone dell’inchiesta, in chiusura proprio in queste settimane: quello sugli appalti per i lavori per la riqualificazione post sisma del quartiere fieristico, che secondo gli inquirenti venne pilotato verso un’azienda (la AeC di Modena) e gonfiato.
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