Alle volte la sorte – letteralmente – ci ferma. Sarebbe più piacevole avesse altri modi di interferire, ma non sempre usa l’opzione “soft”.
Un anno fa ero in bici quando una signora in bicicletta mi ha tagliato la strada di colpo, in via della Costituzione. In un attimo mi sono trovata a terra, incapace di fermare il dolore. La donna si è dileguata incurante dell’accaduto, sotto gli occhi dei presenti. Ci si sente a pezzi (e obiettivamente, a pezzi, si è).
Era il 10 agosto. A un anno di distanza, il mio più caro ringraziamento va ai medici (in particolare il dottore Altavilla), agli infermieri e agli oss del Pronto soccorso e del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Sant’Anna di Cona che hanno seguito il mio percorso di cura, alla mia famiglia, agli amici, ai colleghi e alla mia compagna di stanza Angela per tutto il supporto.
“La caduta non è che l’inizio della danza”, dice Alejandro Jodorowsky. Nella notte di San Lorenzo, il mio augurio più caro ora è pensare che, anche se cadiamo, possiamo rialzarci, più forti e più consapevoli. Possiamo proteggerci, imparare dagli eventi passati, volere e volerci bene. Allora non saremo soli.
Anja Rossi