(foto di Riccardo Giori – archivio)
“La pianificazione, anche a causa di una legge urbanistica regionale sbagliata, a Ferrara la fanno i privati, seguendo i loro interessi particolari, grazie ad un’amministrazione compiacente. Poiché però i giochi non sono ancora fatti, continuiamo a confidare nella mobilitazione dei ferraresi che amano la loro città; e da questo punto di vista i primi segnali sono incoraggianti”.
È la posizione di Sinistra Italiana Ferrara dopo l’incontro, tenutosi giovedì 4 agosto, tra l’assessore Alessandro Balboni e le associazioni ambientaliste sul discusso progetto Fè.Ris.
“Un privato (la cooperativa Ar.Co Lavori) compra nelle procedure fallimentari di un’impresa edile un’area nel sottomura di viale Volano, firma i preliminari per l’acquisto di un’area agricola adiacente a via Caldirolo, sempre di fronte alle mura rinascimentali, e del complesso della caserma dismessa di via Cisterna del Follo – ricostruisce il partito -. Quest’ultima rappresenta un problema ed è oggetto da tempo dell’attenzione, al fine di un suo recupero, delle amministrazioni che si sono succedute. Il privato si candida a risolvere il problema e decide come e in cambio di cosa. Il Comune promette la variante agli strumenti urbanistici comunali (Psc e Poc) e provinciali (Poic)”.
Una sequenza che, per Sinistra Italiana, mostra una cosa: “Il privato decide che la città ha bisogno di uno studentato, privato, di ulteriori unità abitative, da mettere sul mercato, di nuovi spazi commerciali, tutto nell’area della caserma; che gli standard, parcheggi, stanno bene nell’area del sottomura, che ha nel frattempo acquisito, e che è necessaria una nuova grande struttura commerciale, da affidare ad un operatore non presente nel territorio”.
“Il tutto – aggiunge SI – con il Piano Urbanistico Generale scaduto da tempo e con l’iter per il suo rinnovo appena agli inizi. Chi pensa che la pianificazione dello sviluppo futuro della città debba scaturire da un processo partecipato che coinvolga tutti i soggetti interessati per rispondere ai reali bisogni di chi la abita e per affrontare le emergenze sociali ed ambientali, a cominciare del cambiamento climatico, è quindi un illuso”.
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