Si farà sentire anche a Ferrara, alle elezioni del 25 settembre, l’effetto della ‘tagliola’ sul numero dei parlamentari fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e confermato poi dagli elettori con il voto referendario del settembre 2020.
Si andrà da 945 a 600 parlamentari (da 630 a 400 per quanto riguarda la Camera, da 315 a 200 per quanto riguarda il Senato), ma la legge elettorale non cambia. Il correttivo del Rosatellum, quindi, sarà geografico: a cambiare sarà il numero di circoscrizioni elettorali e di conseguenza la loro estensione territoriale, mentre il resto rimarrà come nel 2018.
La legge elettorale prevederà quindi ancora un sistema di elezione misto, con un terzo dei deputati e dei senatori che verranno eletti in collegi uninominali (chi prende più voti vince il seggio) e due terzi che verranno invece assegnati in modo proporzionale sulla base dei voti che verranno assegnati ai partiti e che eleggeranno i parlamentari candidati nei listini, a livello nazionale per quanto riguarda la Camera e su base regionale per il Senato. A proposito di listini e preferenze, poi, i listini sono bloccati e non sono ammesse né l’espressione di preferenze né il voto disgiunto.
Per quanto riguarda la provincia di Ferrara le differenze si notano principalmente ai confini, a partire dal collegio uninominale della Camera. Se nel 2018 la nostra provincia era in questa fattispecie divisa a ovest, con l’alto ferrarese che faceva parte del collegio di Cento insieme ad altri comuni della bassa modenese, ora la provincia viene riunificata sotto un unico collegio che ne ricalca i confini. All’epoca i due collegi uninominali vennero vinti dai due leghisti Maura Tomasi (che nel collegio di Ferrara vinse contro il ministro della cultura Dario Franceschini, poi risultato eletto in un altro collegio) ed Emanuele Cestari (bondenese, che nel collegio di Cento sconfisse Stefano Vaccari del centrosinistra e Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle).
Sempre alla Camera cambiano profondamente i confini del collegio plurinominale: dalla L rovesciata che comprendeva grossomodo le province di Ferrara e Modena, ora il collegio accorperà Ferrara alla Romagna. Ferrara esprimerà infatti la quota proporzionale dei suoi deputati insieme ai cittadini delle province di Ravenna, Forlì e Rimini, con la provincia estense che ha il secondo minor numero di cittadini del collegio plurinominale.
Anche al Senato cambia radicalmente la geografia elettorale. Per quanto riguarda il collegio uninominale, quello che nel 2018 vide eletto il senatore di FdI Alberto Balboni, il disegno dei confini che comprendeva 47 comuni tra il ferrarese, parte del bolognese e il circondario imolese per fare spazio a un collegio uninominale che non sarà altro che l’unione perfetta delle province di Ferrara e Ravenna (e che porterà il nome della provincia romagnola). Poco cambia invece per plurinominale del Senato, con collegio di Ravenna (nel quale è inclusa Ferrara), al voto insieme alle popolazioni dei collegi di Bologna e Rimini, dividendo di fatto l’Emilia-Romagna al centro in due collegi plurinominali.
I candidati nei listini uninominali
I candidati nelle liste plurinominali
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