Vigarano
3 Luglio 2022
“La storia della batteria italiana” si racconta dal palco dello Spirito di Vigarano. Il batterista ferrarese è stato un turnista assai richiesto: da Raffaella Carrà ai Dik Dik, ha suonato per anni per Guccini, Paolo Conte e De Andrè

“Elliade”, alla scoperta della storia di Ellade Bandini, big tra i big della musica

di Redazione | 3 min

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Vigarano Mainarda. Oggi domenica 3 luglio allo Spirito di Vigarano Mainarda va in scena l’Elliade, la performance ‘one man band’ di Ellade Bandini.

Sarà un incontro fuori dai canoni: Ellade Bandini, solitamente seduto dietro tamburi e piatti, si trasformerà questa volta in fabulatore di se stesso. Sarà l’occasione per conoscere a fondo un personaggio che partendo dalle sale da ballo della provincia ferrarese è riuscito ad arrivare alle vette più significative dell’Olimpo musicale italiano. Oggi, a settantasei anni, è considerato dai colleghi “la storia della batteria italiana”. La grande Mina nel disco Ti conosco mascherina lo presenta così: Ellade “Guru” Bandini. Ha partecipato in oltre mille 33 giri.

“Sarò solo sul palco dello Spirito – racconta il batterista – con la mia batteria e la mia storia. Non sarà un film e nemmeno una fiction televisiva né tantomeno un libro, anche se potrebbe esserlo. Se così fosse, si chiamerebbe Elliade”.

In effetti, la vicenda umana e professionale di Bandini ha dell’impresa eroica. All’età di 4 anni riceve come regalo di Natale una piccola batteria giocattolo: da qui comincia il suo interesse verso lo strumento, che continua poi intorno ai 15 anni con alcune lezioni presso il maestro Roul Ferretti. Cerca di assimilare i principali “trucchi del mestiere” guardando il batterista Giorgio Zanella, mentre la carriera vera e propria la inizia a 17 anni, suonando a livello professionale con alcune orchestre in sale da ballo e night club di tutta Italia: è in una di queste orchestre, quella del maestro Ugo Orsatti, che Bandini suona per la prima volta con il bassista Ares Tavolazzi. La sua carriera di batterista prosegue suonando per la cantante Carmen Villani, nel gruppo beat Avengers (in cui al basso c’è nuovamente Ares Tavolazzi). Alcuni cambiamenti nel gruppo lo fanno incontrare con il giovane pianista e arrangiatore Vince Tempera. Inserito, grazie allo stesso Tempera nell’ambiente discografico, diviene presto un turnista molto richiesto, suonando in alcuni 45 giri di successo di quegli anni, come Io mi fermo qui di Donatello, Viaggio di un poeta e Vendo casa dei Dik Dik, Soleado dei Daniel Sentacruz Ensemble, Rumore di Raffaella Carrà, L’importante è finire e Ancora ancora ancora di Mina. Nel 1969 con Ares Tavolazzi e Vince Tempera forma i The Pleasure Machine ed inizia con loro la collaborazione con Francesco Guccini, fino al 1982 solo su disco e poi anche in tournée. Nel 1978 Tempera lo chiamerà a suonare la batteria anche nei singoli e nell’album tratti dalle sigle della prima serie mecha apparsa in Italia, Atlas Ufo Robot (Goldrake), in cui Tavolazzi apparirà come bassista e coautore di Shooting Star, e idealmente si ricomporrà così il loro trio. Ha suonato 5 anni nella formazione più prestigiosa di Paolo Conte, accompagnando il cantautore astigiano, e per 15 anni, fino al ‘99, è stato a fianco di Fabrizio De André.

Dal 1999 fa parte della “Drummeria”, formata oltre che da Bandini da altri quattro batteristi: Walter Calloni, Maxx Furian, Christian Meyer e Paolo Pellegatti. Insieme a Mario Arcari e Giorgio Cordini, che come Bandini militarono per anni alla corte di Fabrizio De André, danno vita insieme ad altri giovani e bravissimi musicisti a “1000 anni ancora”.

L’appuntamento inizia alle ore 20 (aperitivo e cena) e a seguire concerto.

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