Eventi e cultura
2 Luglio 2022
La selezione di dodici opere della curatrice Chiara Vorrasi ha varcato i confini delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea per approdare alla Sala dei Comuni del Castello Estense, dove rimarrà fino al 27 dicembre di quest’anno

Dipinti, sculture e opere su carta. La memoria infedele arricchisce l’arte in Castello

di Redazione | 4 min

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(foto di Andrea Forlani)

di Michele Govoni

La memoria infedele è finalmente arrivata in Castello. La selezione di dodici opere tra dipinti, sculture e opere su carta operata dalla curatrice Chiara Vorrasi ha varcato i confini delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea per approdare alla Sala dei Comuni del Castello Estense, dove
rimarrà fino al 27 dicembre di quest’anno.

Ieri mattina (venerdì 1° luglio) la presentazione alla presenza della curatrice, dell’assessore alla Cultura Marco Gulinelli e del presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi.

“La memoria infedele. La seduzione delle immagini da de Chirico a Schifano”, questo il titolo della mostra, costituisce il “terzo appuntamento – come ha sottolineato Gulinelli – con le mostre ‘dossier’ dopo quelli dedicati a Boldini e De Pisis, in cui si è voluto dare spazio ad alcune delle opere che appartengono alla recente acquisizione della collezione di Franco Farina e Lola Bonora, comprendente in totale circa duecento opere di arte contemporanea comprese tra il 1963 e il 1993”.

Un’occasione importante, come ha sottolineato anche Chiara Vorrasi, per “attingere dalla donazione della collezione Farina/Bonora ma che prende le mosse dalla mostra di Adelchi Riccardo Mantovani (anch’essa attualmente ospitata nelle sale del Castello Estense dove rimarrà fino al prossimo 9 ottobre, ndr)”.

Vorrasi ha poi sottolineato come ci sia stato, a partire dagli anni Settanta del Novecento, da parte degli artisti, un ritorno alle tradizionali pratiche della pittura e della scultura che le avanguardie avevano messo da parte. Un ritorno, quindi, alla figurazione che vede tra i precursori Giorgio de Chirico che, sin dal 1916, aveva sposato l’idea che passato e futuro si fondono in un eterno presente. “Ogni immagine – ha concluso Vorrasi – è un’illusione. Ogni codice è un linguaggio convenzionale e quindi arbitrario, per quanto seducente”.

Delle dodici opere in mostra, ben nove appartengono a quella collezione che, con grande spirito di innovazione e lungimiranza, Franco Farina e Lola Bonora hanno realizzato nel corso del trentennio più importante per la storia culturale della Ferrara contemporanea.

L’opera di Franco Farina, definito da Vittorio Sgarbi “elegante, ironico, divertente” che è stato alla guida della Civica Galleria d’Arte Moderna e del polo espositivo di Palazzo dei Diamanti dagli anni Sessanta agli anni Novanta, ha reso Ferrara “nel 1963 il primo luogo d’Italia in cui si faceva arte
contemporanea, una città inevitabile” ha ancora sottolineato Sgarbi. “Delle diverse stagioni di Ferrara” ha di nuovo espresso Sgarbi “una che va evocata è quella di Farina”.

Anche l’artista Maurizio Bonora, presente ieri e incalzato dalle domande di Sgarbi, ha ricordato la figura di Farina, il suo “entusiasmo del fare” il suo stesso “conoscere ascoltando pareri diversi ed essere aperto alle varie proposte che gli giungevano”.

Affrontiamoli allora questi dodici capolavori che, nel bell’allestimento curato da Chiara Vorrasi e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e Fondazione Ferrara Arte con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, danno vita ad un percorso che va dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri.

Si parte dai Due cavalli di Giorgio De Chirico il quale, dopo la stagione della metafisica, scriverà nel 1945 che “l’artista moderno per eccellenza è l’uomo cosciente che sente l’eredità di secoli e secoli d’arte e di pensiero, che vede chiaramente nel passato, nel presente e in se stesso”. Si arriva poi ad una sua piccola scultura in cui l’artista riprende una delle sue iconiche Muse inquietanti per giungere ad una litografia a colori dell’altrettanto famosa opera “Ettore e Andromaca”.

La mostra presenta poi due opere dell’artista Leonor Fini, La memoire infidèle (che dà il titolo alla mostra) a sottolineare il distacco critico che accompagna lo sguardo retrospettivo post moderno e in cui un misterioso damerino settecentesco osserva il dipinto della stessa autrice Crepuscolo del mattino anch’essa presente in mostra. L’opera di Leonor Fini è stata rivalutata solo negli ultimi anni, divenendo così uno degli esempi più lampanti di arte davvero contemporanea e la cui presenza non solo in questa mostra, ma anche nelle collezioni cittadine delle Gallerie di Arte
Moderna e Contemporanea permette a Ferrara di “essere allineata con la contemporaneità” ha sottolineato Vittorio Sgarbi. Opere di Leonor Fini sono infatti presenti in numerose collezioni private, in gallerie à la page e in mostre temporanee, essendo esse considerate come tra le migliori espressioni dell’arte contemporanea al femminile.

Di grande pregio sono poi le tre opere di Carlo Mattioli, uno dei più importanti esponenti della contemporaneità padana che negli anni Ottanta condensa il paesaggio nella sua essenza vitale di albero stilizzato, e quelle di Mario Schifano, tra gli artisti più prolifici e innovativi dell’arte
contemporanea italiana e perfettamente inserito sulla scena internazionale. Di Schifano sono presenti in mostra due opere. Una Senza titolo del 1978 e Acquatico del 1988 attraverso le quali l’artista riafferma il potere di suggestione dell’arte di fronte all’egemonia dell’immagine massmediale.

Molto pregevole l’opera della ferrarese Paola Bonora che si affida alla gestualità del corpo per svelare la personalità del soggetto, il cui volto è tagliato fuori dall’inquadratura. Altrettanto pregevole e innovativa è anche la Scultura calda di Remo Bianco: un torso classico rivestito di una moderna patina cromatica e riscaldato elettricamente. Il potere riscaldante della resistenza elettrica annegata all’interno dell’opera invita il fruitore a riprendere materialmente contatto con l’opera d’arte.

La mostra è visitabile dalle 10 alle 18 (escluso il martedì). La biglietteria chiude 45 minuti prima. Per informazioni 0532/419180 oppure castelloestense@comune.fe.it www.castelloestense.it Per prenotazioni www.comune.fe.it/prenotazionemusei

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