Attualità
1 Luglio 2022
L'Autorità Distrettuale chiede di abbassare i prelievi irrigui del 20%, aumentare i rilasci dai grandi laghi e dagli invasi idroelettrici di Piemonte e Valle d'Aosta

Po in crisi. Tre misure per assicurare l’acqua potabile e limitare la risalita del cuneo salino

di Redazione | 1 min

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Sono tre le misure necessarie per assicurare l’acqua a uso idropotabile nelle province di Ferrara, Ravenna e Rovigo e contrastare la risalita del cuneo salino nelle acque superficiali e sotterranee riducendo, al contempo, i rischi di potenziali impatti negativi sullo stato ambientale dei corpi idrici.

È quanto previsto a conclusione dell’Osservatorio crisi idriche dell’Autorità Distrettuale del fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica, riunitosi giovedì 30 giugno, proprio per trovare soluzioni ai due problemi che riguardano le aree a valle, come quella ferrarese.

La prima riguarda la riduzione del 20% dei prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori medi dell’ultima settimana.

La seconda richiede l’aumento dei rilasci dai grandi laghi alpini (Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda) pari al 20% rispetto al valore odierno.

Infine, viene chiesta la verifica da parte della Regione Piemonte (con particolare riguardo al bacino del Toce) e della Regione Valle d’Aosta della possibilità di rilasci aggiuntivi giornalieri dagli invasi idroelettrici, in analogia a quanto già effettuato in Regione Lombardia e nella Provincia autonoma di Trento.

L’Autorità ha chiesto alle Regioni di assumere, nelle opportune sedi decisionali, provvedimenti adeguati per l’attuazione delle misure proposte.

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