Comacchio. Finisce con due assoluzioni “perché il fatto non sussiste”, il processo a carico di una coppia accusata di aver compiuto atti persecutori (stalking) nei confronti di una donna, peraltro ex compagna di uno dei due imputati.
Le accuse, nate dalla denuncia della parte offesa (non costituitasi parte civile), sono riferite ai mesi tra il settembre 2018 e il luglio del 2019, anche se le condotte contestate con specificità sono quasi tutte concentrate nel solo mese di luglio. In sostanza, la coppia – lui difeso dagli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Marco Tommasi, lei dall’avvocata Ghira Masi – avrebbe in più occasioni avvicinato la donna in strada, mentre passavano con l’auto per le vie di Porto Garibaldi, apostrofandola con degli insulti. In due occasioni l’uomo avrebbe anche danneggiato l’auto della sua ex, che ha riferito anche che a suo avviso veniva pedinata. Il tutto perché, secondo le accuse, l’uomo la riteneva responsabile del suo arresto avvenuto nel settembre del 2018.
La procura – in udienza la vpo Elisa Bovi – aveva chiesto la condanna per entrambi gli imputati, rispettivamente a un anno per la donna e a un anno e otto mesi di reclusione per l’uomo. Il giudice Andrea Migliorelli ha ritenuto invece che le condotte non meritassero una sanzione penale, forse, ma lo si scoprirà solo con la lettura delle motivazioni (deposito entro 90 giorni), sposando la lettura sostenuta dall’avvocato Pieraccini, ovvero che anche qualora le condotte si fossero effettivamente verificate, queste non siano sufficienti per costituire un vero e proprio reato di stalking.
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