Portomaggiore
24 Maggio 2022
Bonaccini: “Imprenditori che sanno investire su innovazione tecnologica e su sostenibilità ambientale indicano la via per competere sui mercati internazionali”

Erba medica, inaugurato il nuovo impianto per esportarla nel mondo

di Redazione | 5 min

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Ripapersico. Da Ripapersico ai limiti dei cinque continenti. Da una stalla sociale a un impianto tra i più innovativi al mondo per esportare il foraggio sui mercati internazionali. È il piccolo grande miracolo che si compie a due passi da Portomaggiore, in una frazione di 600 abitanti.

Qui è stato inaugurato il nuovo impianto industriale dell’azienda Erba del Persico che, grazie agli importanti investimenti nei moderni macchinari per la disidratazione dell’erba medica, si candida a divenire uno dei player più importanti nel settore del foraggio nazionale e internazionale.

In seguito all’entrata nel perimetro aziendale del Gruppo BF Spa in partnership con il Gruppo Saltarelli – Migiani, l’azienda L’Erba del Persico (insieme all’azienda agricola Terre del Persico con i suoi 2000 ettari di SAU) ha identificato nuove strategie e nuovi obiettivi industriali che, attraverso investimenti in macchinari ad alta tecnologia e capacità produttiva e la costruzione di nuovi spazi industriali all’interno del sito, ridefiniscono il ruolo dell’azienda nello scacchiere agro industriale nazionale.

Tutto è iniziato anni fa in una stalla sociale. “Proprio così – sorride soddisfatto il cavalier Paolo Bruni, presidente de L’Erba del Persico -. Al di là della grande soddisfazione di aver realizzato un impianto innovativo, tecnologicamente avanzato, sostenibile, rispettoso dell’ambiente e di chi ci lavora, per me il piacere più grande è ricordare quando nel 1985 io e mio fratello abbiamo iniziato a rilevare una stalla sociale per stoccare l’erba medica. Dieci anni dopo costruimmo il primo impianto di disidratazione e oggi, con l’ingresso di Bonifiche Ferraresi nell’azionariato, abbiamo potuto fare questa grande operazione di rilancio”.

E anche per Bonifiche Ferraresi si tratta di “un bel giorno – ammette l’ad Federico Vecchioni -, un’altra grande filiera che si consolida in Emilia-Romagna. Quello dell’erba medica è un punto di riferimento della politica di BF che guarda ai mercati esteri come dimostrazione della capacità italiana di fare impresa”.

Anche questa volta, guardando al futuro, il passaggio avviene attraverso la storia passata, quella delle famiglie che negli anni hanno costruito aziende competitive in agricoltura. Sul palco c’erano ad esempio le terze generazioni di imprenditori, “più agricoltori che amministratori”, come qualcuno ha tenuto a specificare.

“In questi anni BF ha portato avanti tante esperienze positive con tante famiglie di imprenditori – conferma Vecchioni -, a dimostrazione che i leader del settore coniugati con la capacità di essere infrastruttura al servizio del paese con un supporto tecnico, finanziaria e industriale come Bonifiche Ferraresi, possa rappresentare un binomio vincente per la crescita di un territorio e di una comunità”.

Il nuovo impianto prevede due lavorazioni integrate: una linea dedicata alla macinazione e palettatura del foraggio. Tali macchinari creano una sorta di farina che viene successivamente compattata per il trasporto; una linea dedicata alla disidratazione dell’erba medica non più macinata, ma direttamente a fibra lunga.

Se la prima linea di produzione lavora un prodotto conferito dagli agricoltori all’Erba del Persico indipendentemente dalle tempistiche del raccolto, la seconda linea invece trasforma un prodotto “fresco” appena raccolto dai terreni gestiti dall’azienda agricola Terre del Persico.

Tale lavorazione ha l’obiettivo di creare un prodotto nuovo, diverso dal precedente, a maggior valore aggiunto grazie all’utilizzo di un prodotto appena colto selezionato e tracciato, che viene disidratato, attraverso fasi di essiccazione, portando il suo tasso di umidità a circa 10 – 14%, e successivamente compattato in parallelepipedi ad alta densità idonei sia al trasporto sia alla qualità (di prodotto e di formato) richiesta dal mercato mondiale.

L’impianto presentato, tecnologicamente all’avanguardia e rispettoso dei più alti standard di sostenibilità ambientale e di sicurezza su lavoro, porterà la capacità produttiva, una volta a regime, a 800mila quintali/anno, duplicando quella attuale (di circa 400mila quintali/anno).

Gli investimenti portati avanti dall’azienda L’Erba del Persico rispondono anche alle esigenze degli agricoltori nazionali, con particolare attenzione alle aziende agricole attive nelle aree collinari, che vedono nell’erba medica una opportunità per rendere economicamente vantaggiosa la rotazione agraria. L’erba medica, infatti, grazie alle sue caratteristiche è la pianta regina per le rotazioni. Questa produzione oltre ad essere fondamentale per conferire ai terreni, in modo naturale e sostenibile, le giuste quantità di azoto, è molto importante per l’alimentazione dei bovini in particolare per quelli da latte.

L’Erba del Persico diviene così uno dei soggetti nazionali più importanti per standard qualitativi e capacità produttiva nella filiera dell’alimentazione dell’animale creando un collegamento tra i conferitori di erba medica e gli allevamenti mondiali in particolare quelli presenti in Europa, Cina, Paesi Arabi e Corea del Sud.

E la presentazione di tutto questo diventa “una bella giornata per Portomaggiore – afferma il sindaco Dario Bernardi – grazie al coraggio di chi fa impresa. Questo coraggio, insieme a ricerca e sviluppo, sono i motori fondamentali per la crescita di un territorio. Enoi come istituzioni dobbiamo supportarli”.

Ha voluto esser presente all’inaugurazione anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini che, guardandosi attorno, parla di “un investimento straordinario con un’azienda che raddoppierà la capacità produttiva grazie a imprenditori che sanno che investire su innovazione tecnologica e su sostenibilità ambientale è davvero la cifra che serve per competere sui mercati internazionali”.

E questo è ancor più importante in quanto avviene in un momento come questo “dove dopo la pandemia sanitaria, quella energetica e domani forse quella alimentare si assiste a una crisi che si riversa specialmente sui territori più poveri. Ma è in momenti come questo, come lo abbiamo dimostrato nella ricostruzione post sisma, in cui emerge la capacità di rimboccarsi le maniche degli emiliano-romagnoli”.

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