Appartamento della droga, i tre arrestati rimangono in carcere
I tre uomini catturati lunedì dalla polizia dopo un blitz in una casa di via Carlo Mayr ieri sono comparsi davanti al giudice
Convalidati gli arresti, confermata la detenzione cautelare in carcere per i tre nigeriani arrestati lunedì dalla squadra mobile dopo un blitz in un appartamento di via Carlo Mayr.
I tre – Richmond Obuseh, 37 anni a giugno; Christina Ibenwelu, 42 anni; e Eze Moses 35 anni – sono comparsi ieri davanti al giudice delle indagini preliminari Carlo Negri, assistiti i primi due dall’avvocato Massimo Cipolla e il terzo dall’avvocato Simona Maggiolini. L’accusa è quella di detenzione ai fini di spaccio di un’ingente quantità di sostanza stupefacente.
D’altronde sono stati trovati in casa con un rilevantissimo carico di droga: 12 chilogrammi di stupefacenti suddivisi in 991 ovuli: 149 di cocaina, 748 di eroina e 95 confezioni miste. Lo stupefacente è stato trovato anche nel cestello della lavatrice. Due uomini – prima di provare la fuga – hanno anche dato alle fiamme un telefono cellulare, probabilmente nel tentativo di eliminare tracce di contatti.
Il sospetto degli investigatori è che i tre (di 43, 37 e 35 anni) siano un nodo di una rete di spaccio attiva nel nord-est della Penisola. Non è chiaro se lo stupefacente fosse destinato alla piazza di spaccio di Ferrara o se invece l’appartamento – segnalato da una fonte confidenziale – fosse una stazione intermedia.
“Per quanto riguarda i miei assistiti – spiega l’avvocato Cipolla – gli stessi si sono apertamente offerti al confronto con il magistrato, sottoponendosi a interrogatorio e richiamando, per quanto riguarda il signor Obuseh, la propria responsabilità in merito alla contestata detenzione dello stupefacente”. Obuseh è l’uomo che è stato catturato dai poliziotti dopo aver tentato di fuggire lanciandosi da una finestra. Gli altri due invece, da quanto emerso finora, hanno provato a scappare dalla porta principale. “Il signor Ibenwelu si è dichiarato estraneo ai fatti”, aggiunge il legale.
“Il mio assistito – afferma l’avvocato Maggiolini – si è sottoposto all’interrogatorio spiegando le ragioni per le quali lui, che abita a Rovigo, si trovava in quell’appartamento”.