Lagosanto
13 Maggio 2022
Archiviazione per i medici e infermieri indagati per la morte di Monica Bolognesi all'ospedale del Delta

Morì in pronto soccorso, sanitari non responsabili

di Daniele Oppo | 2 min

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L’ospedale del Delta di Lagosanto

Lagosanto. Seppure vi sono state “innegabili carenze della struttura ospedaliera nella gestione del caso concreto”, non si possono attribuire responsabilità ai sanitari che la ebbero in carico per la morte di Monica Bolognesi, 48enne deceduta per un infarto il 9 settembre del 2020 all’ospedale del Delta di Lagosanto, dove si era recata a causa di forti dolori al petto e alle braccia.

Il gip Danilo Russo ha infatti disposto l’archiviazione dell’indagine a carico di dieci sanitari, tra infermieri e medici (tre dei quali assistiti dall’avvocato Gian Luigi Pieraccini).

Archiviazione chiesta dalla pm Lisa Busato sulla scorta delle consulenze medico legali, alla quale si era opposto il marito della signora Bolognesi, Fabrizio Piva, assistito dall’avvocato Simone Bianchi.

Il gip riconosce che la gestione della paziente non sia stata ottimale e che un periodo di attesa di 181 minuti senza controlli ma con la sola indicazione di allertare il personale al bisogno “resta ictu oculi eccessivamente lungo”, ma anche l’esito degli esami svolti non erano così univoco e indicativo di una situazione che in realtà aveva preso un percorso fatale quanto subdolamente nascosto. La donna era affetta da infarto ricorrente, una situazione la cui prognosi, statisticamente, non è felice.

La signora Bolognesi, rileva il giudice, non avrebbe potuto essere salvata nemmeno con un trasporto a Cona nell’ultimo momento utile, ovvero 25 minuti prima che avesse l’arresto cardiaco, quando finalmente arrivarono i risultati delle analisi ematiche: ormai non c’era più tempo a sufficienza per il trasferimento d’urgenza.

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