Economia e Lavoro
11 Maggio 2022
Il sindacato: “Dall'imprenditrice un pensiero retrogrado e paternalistico che continueremo a combattere”

Donne e lavoro. La Filctem contro la stilista Elisabetta Franchi: “Parole oltraggiose”

di Redazione | 2 min

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Le parole della stilista Elisabetta Franchi sulle donne lavoratrici e sul fatto che le sue dipendenti siano solo “‘anta’, ragazze cresciute” e senza aspettativa di avere dei figli, scatenano l’indignazione anche del Coordinamento parità tra i generi della della Filctem-Cgil Emilia-Romagna.

“In poche frasi – dice il sindacato – oltraggia il valore delle conquiste dei movimenti femministi per la parità dei diritti nel lavoro e per un’equa redistribuzione dei carichi e delle responsabilità di cura. Riteniamo la maternità una scelta individuale delle donne, in una condizione di autodeterminazione, che la società tutta ha il dovere di tutelare e difendere”.

Franchi era intervenuta in un incontro organizzato dal quotidiano Il Foglio e dalla società Pwc, al quale ha partecipato anche la ministra alle Pari opportunità Elena Bonetti, la quale solo dopo che è scoppiata la polemica ha marcato le distanze da quel pensiero, nonostante nel suo intervento immediatamente successivo le avesse in pratica dato ragione sulla ‘sconvenienza’ di assumere le donne, soprattutto se poi hanno una maternità da affrontare.

“Come sindacato – rileva al Filctem – ci troviamo quotidianamente a denunciare le scarse opportunità offerte alle lavoratrici, le discriminazioni al rientro dalla maternità e le domande inappropriate all’atto dell’assunzione, il ricatto di un lavoro precario, che costringe tante ragazze a scelte diverse dalle loro libere aspirazioni”.

A poco è servita la marcia indietro dell’imprenditrice, che ha detto di essere stata fraintesa, anche se non è proprio chiaro in cosa sia consistito il fraintendimento. Il sindacato rimarca che “continuerà a combattere un pensiero retrogrado e paternalistico come quello espresso dall’imprenditrice, tutelando in ogni circostanza il diritto alla maternità consapevole, il diritto al lavoro senza differenziale retributivo, il diritto ad uno stato sociale di qualità. In un Paese che si trova ad affrontare la natalità più bassa mai registrata, con grosse incertezze sul futuro, riteniamo inoltre che la condanna a tali espressioni retrograde, debba essere la più ferma e diffusa anche da parte istituzionale”.

“In questi due anni di Covid- continua la Filctem regionale – abbiamo registrato il più alto numero di dimissioni volontarie da parte di lavoratrici, costrette a rinunciare alla propria indipendenza economica, tante volte per la difficoltà nel gestire i figli senza il supporto delle istituzioni pubbliche, altre volte in quanto per la condizione di maggiore vulnerabilità nel rapporto di lavoro, soggette a pressioni da parte degli imprenditori a cui era stato imposto un blocco dei licenziamenti”.

L’obiettivo è “diffondere un’idea di società in cui la scelta della maternità goda di tutele e supporti anche dalle istituzioni pubbliche; in cui il diritto al lavoro delle donne sia riconosciuto tanto quanto quello degli uomini”.

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