Economia e Lavoro
10 Maggio 2022
La lettera della multinazionale a Draghi, Giorgetti e Regioni: “Non esistono garanzie che l'attuale assetto dell'hub logistico di Marghera possa sostenere il flusso di materie prime”

Petrolchimico. L’allarme lo lancia anche Basell: “Futuro non assicurato”

di Daniele Oppo | 3 min

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Il futuro del lavoro agricolo passa dal “Sistema Agricoltura Ferrara”

Ferrara si dota del "Sistema Agricoltura Ferrara". Bandi e assicurazioni, utilizzo di fitofarmaci, lavoro agricolo e contrasto al caporalato. Questi sono solo alcuni dei temi presenti nel documento strategico sull'agricoltura, redatto per la prima volta dal Comune di Ferrara in sinergia con tutte le associazioni di categoria e le grandi aziende agricole del territorio

L’allarme per il futuro del Petrolchimico di Ferrara non arriva solo da Cgil e Uil. Anzi.

La forte preoccupazione per i risvolti della decisione di Eni di chiudere il cracking di Porto Marghera è ciò che permea la lettera con la quale Basell, l’azienda più grande insediata nel sito ferrarese, il 6 maggio ha chiesto lal presidente del consiglio Mario Draghi e al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, la convocazione di un tavolo a Roma, anche alla presenza dei vertici di Eni.

E gli argomenti, in sostanza, non sono così diversi da quelli dei sindacati: gli investimenti attuali di Eni per garantire l’approvvigionamento alternativo (via nave) non sono sufficienti per assicurare la produzione e mancano prospettive di sistema per il medio e lungo termine.

Basell – nella lettera firmata dal presidente del Cda Gabriele Mei – chiede “garanzie di continuità e sostenibilità degli approvvigionamenti”, senza le quali “non saremo in grado di assicurare il futuro di tutti gli asset italiani del Gruppo LyondellBasell (Ferrara e Brindisi) nel lungo termine, inclusi quelli di ricerca e sviluppo nel campo della sostenibilità ambientale, obiettivo che ha da sempre guidato e che continua a guidare ogni nostro sforzo ed energia”. Ricordiamo, e lo fa anche l’azienda, che la ricerca è svolta a Ferrara nel centro “Giulio Natta” e che a Ferrara è attivo l’impianto MoReTec per il riciclo chimico delle plastiche.

Proprio in riferimento alla chiusura dell’impianto veneto, scrive nero su bianco la multinazionale: “Non esistono ad oggi garanzie che l’hub logistico di Marghera possa, nel suo attuale assetto – sia in termini di capacità di scarico che di capacità di stoccaggio – sostenere il flusso di materie prime necessario per la continuità produttiva degli impianti italiani di Basell Poliolefine Italia, complessivamente considerati”. Una questione che riguarda circa 2mila lavoratori in tutta la Penisola.

Già per il breve termine – che dunque non è affatto certo – Basell chiede garanzie sulla struttura logistica di Marghera per l’importazione e la distribuzione del propilene e dell’etilene e sul sistema di pipeline che collega il porto con Ferrara e Mantova. Chiede soprattutto investimenti “per l’ammodernamento ed il potenziamento dell’hub logistico di Marghera, e più precisamente, idonei ad assicurare la fornitura di propilene via nave con adeguata capacità di scarico e stoccaggio, in particolare la realizzazione di uno stoccaggio criogenico per il propilene con una capacità di 7000 tonnellate”.

Per il medio termine chiede un accordo commerciale e di fornitura di almeno 5 anni e sul lungo periodo Basell chiede garanzie sull’intero sistema italiano di produzione di propilene ed etilene, con il mantenimento in marcia degli impianti di cracking attualmente attivi, compreso quello di Priolo Gargallo, che peraltro nel 2027 dovrebbe subire una fermata di manutenzione.

E, alla fine, la richiesta di Basell ricalca quella già avanzata a più riprese dai sindacati: il Governo – che controlla Eni – deve dare risposte in materia di politica industriale e produzione chimica in Italia. Risposte che passano da quel che sta succedendo a Ferrara.

 

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