Attualità
8 Maggio 2022
Ieri convegno celebrativo al Museo Archeologico Nazionale. Il presidente Calderoni: “L’uomo, con il suo ingegno e la sua capacità di innovare, è sempre stato il motore del cambiamento”

Dalla scoperta di Spina alle sfide attuali: 100 anni di bonifica a Ferrara

di Redazione | 4 min

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Entrano nel vivo le celebrazioni per il centenario della bonifica moderna, nata nel 1922 con il Congresso Nazionale delle Bonifiche a San Donà di Piave, durante il quale si riunirono politici, proprietari terrieri, economisti, ingegneri e agronomi per coordinare le azioni di bonifica e recuperare terre coltivabili dalle zone paludose.

Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha scelto di iniziare questo anno celebrativo con il convegno “100 anni di bonifica moderna a Ferrara – La scoperta di Spina e le altre imprese umane che hanno cambiato il volto al territorio” che si è tenuto il 7 maggio presso il Museo Archeologico di Ferrara. Un’iniziativa nata con l’obiettivo di ripercorrere, appunto, la nascita della bonifica così come la conosciamo, attraverso il lavoro dell’uomo e le scoperte che in cento anni hanno cambiato il volto del territorio e della società.

“L’uomo, con il suo ingegno e la sua capacità di innovare, è sempre stato il motore del cambiamento – ha detto in apertura il presidente del Consorzio, Stefano Calderoni -. In questo caso si è trattato di un cambiamento epocale perché grazie alle opere di bonifica si è potuto coltivare, dal Veneto all’Agro Pontino, laddove c’erano solo paludi malsane e persone che a stento riuscivano a sopravvivere. Un lavoro che continua anche oggi, con mezzi certamente più moderni e all’avanguardia ma con la stessa lungimiranza, per continuare a strappare la terra dalle acque e consentire agli agricoltori di produrre cibo”.

A seguire Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara ha detto: “Ringrazio il Consorzio di Bonifica per questo evento che ripercorre una storia essenziale e fondante del nostro territorio. La bonifica moderna, come già detto dal presidente Calderoni, non sarebbe stata possibile senza l’impegno degli uomini. Andando indietro nel tempo penso agli Estensi che realizzarono le prime opere di bonifica estensiva delle paludi del territorio e penso alle migliaia di scariolanti appartenenti alle classi bracciantili che hanno reso possibile, con grande lavoro e fatica, la realizzazione di opere di grande ingegno e modernità. Tutto per arrivare a l’attuale sistema di idrovore e gestione delle acque che consente ai ferraresi di vivere in sicurezza e naturalmente lo sviluppo del settore agricolo”.

Il convegno è stato arricchito da una serie di interventi a partire da quello di Elisabetta Novello dell’Università degli Studi di Padova che ha spiegato, appunto, il ruolo fondante del Congresso veneto delle bonifiche a San Donà di Piave nel 1922, durante il quale per la prima volta il governo ha riconosciuto il valore pubblico delle opere di bonifica. La storia della Bonifica legata al nostro territorio è stata l’oggetto del contributo dello storico e grande conoscitore del nostro territorio, Franco Cazzola. Molto interessante anche il racconto del direttore del Museo Archeologico, Tiziano Trocchi, che ha spiegato la sensazionale scoperta di Spina, avvenuta proprio cento anni fa, grazie ai lavori di bonifica che si stavano svolgendo nelle zone vallive.

A seguire spazio ai contributi dedicati agli uomini e alle donne della bonifica ferrarese che hanno avuto un ruolo essenziale per la nascita di un vero e proprio laboratorio innovativo di bonifica “copiato” in Italia e in Europa. Primo intervento di Barbara Guzzon che ha raccontato alcuni “Profili di protagonisti della bonifica ferrarese di inizio Novecento”. A seguire Giovanni Raminelli ha spiegato la storia dell’ingegnere “Ugo Mongini: dal Piemonte alla Bonifica ferrarese” e Alberto Guzzon che è intervenuto su “Il contributo dei ferraresi alla bonifica italiana: l’impresa dell’Agro Pontino”.

Ultima parte del convegno dedicata, invece, al presente e alle sfide che dovranno affrontare i consorzi nei prossimi anni, passando dunque dalla bonifica moderna a quella del futuro. Sono intervenute tre persone che hanno contribuito alla crescita del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara negli ultimi anni e hanno analizzato i continui cambiamenti climatici e ambientali: Alessandro Bondesan, ingegnere del Consorzio che ha parlato di: “100 anni di grandi cambiamenti: come sta oggi il nostro territorio?; Franco dalle Vacche che ha spiegato, dal punto di vista di un amministratore, un momento cruciale come quello della fusione tra consorzi con il contributo “La riforma del 2009 dei consorzi di bonifica in Emilia Romagna: considerazioni e prospettive”; l’architetto Sergio Fortini che con il suo intervento “Cronopaesaggi: sintonizzare le urgenze tra terre e acque” ha chiuso il convegno parlando delle grandi potenzialità ancora inespresse e della bellezza del nostro territorio.

Gli interventi del convegno sono stati scanditi e impreziositi dagli intermezzi musicali al pianoforte eseguiti dal pianista Emanuele Cariani, che ha interpretato in maniera magistrale alcuni celebri brani di Chopin.

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