
Roberta Fusari
Ospitiamo l’intervento di Roberta Fusari, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Ferrara dal 2009 al 2019, oggi capogruppo di Azione Civica, sulla questione di via delle Erbe.
Annullare il bando di assegnazione dell’area di via delle Erbe in attesa del Piano Urbanistico è assurdo. Evidentemente serviva trovare un motivo plausibile per giustificare l’annullamento del bando, ma quello trovato non lo è.
Il Piano Urbanistico non è mai stato nelle priorità di questa amministrazione; hanno atteso (perso?) quasi tre anni e ancora oggi non abbiamo visto l’avvio formale del nuovo Piano, sappiamo solo che il Comune ha incaricato dei consulenti esterni (con un incarico da 310mila euro, dopo che il bando fatto con una cifra inferiore era andato deserto).
Lo scorso dicembre sono scaduti i termini di legge regionale per poterlo avviare e anche per questo fare interventi a Ferrara è particolarmente complesso: per un qualsiasi intervento occorre una variante urbanistica che innesca una procedura lunga, complessa e onerosa per privati ed enti coinvolti (tra le varie viste in questi mesi, l’azienda dell’area del petrolchimico che per ampliarsi di 200mq deve attendere almeno 6 mesi, fino al distributore di carburanti esistenti che per mettere una colonnina elettrica deve fare una variante, anche questa di alcuni mesi).
È stato chiarissimo il sindaco nell’ultimo consiglio comunale quando ha detto che non c’è nessun problema e procederanno per varianti; vista l’ultima votazione su una variante, che è stata approvata solo grazie ad un voto di scarto, forse proprio quello del sindaco che non si è assentato per timore di veder bocciata una proposta della giunta, se fossi in un imprenditore che propone un intervento non sarei così tranquillo di portarlo a casa, perché dopo un iter lungo e oneroso del tutto inutile se ci fosse già il Piano, la tenuta della maggioranza non è affatto garantita. Non solo non c’è lo strumento principale per poter operare, non c’è nemmeno una garanzia politica.
Investire, lavorare, creare ricchezza, questo l’auspicio del sindaco espresso in consiglio comunale, che si può realizzare solo con regole chiare e semplici per tutti, appunto il Piano; invece si procede per concessione (o meno) di varianti, “prendendoci tutto il tempo che serve” come dice l’assessore all’Urbanistica.
Ma anche questo, è stato detto, è colpa del Covid. Se non c’è il Piano è colpa del Covid.
Utilizzare i tempi in cui l’economia era ferma per realizzare quegli strumenti che ora sarebbero serviti alle imprese per avere risposte certe e rapide, questo doveva essere fatto; supportare il lavoro ed essere dalla parte delle imprese significa avere gli strumenti urbanistici pronti e non far perdere tempo e risorse a nessuno, a causa delle procedure necessarie al Comune, perché non ha ancora fatto i compiti assegnati dalla legge. Questa è la responsabilità degli amministratori.
È in questo contesto che si inserisce l’assurdità di sospendere una procedura pubblica in in corso, vincolandola ad uno strumento urbanistico di cui non si ha nessuna fretta o necessità di realizzare e approvare. Come gruppo consiliare con un’interpellanza abbiamo chiesto subito di conoscere i tempi previsti per l’elaborazione del Piano, il cosiddetto “cronoprogramma”, giusto perché sia una notizia pubblica, visto che i tempi diventano sostanziali in questo caso. Siamo in attesa di una risposta.
Inoltre, parliamo di due cose completamente diverse: uno strumento strategico di pianificazione generale (il Piano Urbanistico Generale), e un bando per la gestione di un’area pubblica di particolare valore e pregio.
Due scale di intervento completamente diverse.
Cosa potrà mai dire il Piano Urbanistico sull’area di via delle Erbe se non ciò che dice ora: che è pubblica, che rientra nel perimetro del centro storico (con oneri e onori che ne conseguono) e che rappresenta un importante servizio collettivo. Queste rappresentano delle “invarianti strutturali”, dei dati di fatto che per il bene pubblico devono rimanere tali.
Piuttosto, dopo anni di cause in tribunale con relative sentenze, era questa l’occasione per arrivare ad una gestione rinnovata per rilanciare l’area e il suo ruolo fondamentale per chi vive il centro storico e non solo. Il bando è stata un’ottima cosa, attesa da troppo tempo, e il suo annullamento non trova nessuna giustificazione nelle motivazioni che l’amministrazione ha individuato.
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