Mentre in Consiglio comunale il sindaco Alan Fabbri, in risposta alle critiche dell’opposizione, esplicitava di non essere un grande amante dello strumento del Piano urbanistico generale (“non è il male assoluto, non è la panacea di tutti i mali”) e che fino alla sua elaborazione l’Amministrazione avrebbe volentieri proceduto a suon di varianti, perché “vuol dire che la gente crede in questo territorio e ha voglia di lavorare e investire e creare ricchezza per gli altri assumendosi delle responsabilità”, i suoi stessi uffici, su mandato della sua Giunta, stavano preparando l’annullamento in autotutela della gara per assegnare il “diamante verde” di via delle Erbe 29, in nome della imprescindibile “visione strategica” del Pug che “rappresenterà una delle più importanti eredità politiche della consiliatura 2019-2024”.
Il tutto bruciando il lavoro di preparazione di una rete di imprese e associazioni con importanti partnership e aprendo questioni sulla gestione dell’area in un interregno di durata indefinita, con una sentenza da eseguire e che rischia di venire bypassata.
La sequenza temporale delle ultime fasi della vicenda appare importante. Avviso d’interesse del 28 aprile 2021, orientamento di Giunta del 12 ottobre del 2021 per l’assegnazione dell’area verde, conseguente determina dirigenziale del 25 novembre successivo per procedere all’assegnazione “mediante trattativa privata preceduta da gara ufficiosa tra i 14 soggetti che avevano dimostrato interesse nella concessione”; lettera d’invito, datata 29 novembre 2021, a presentare le offerte con scadenza 13 gennaio di quest’anno; apertura delle buste il 18 gennaio; 27 gennaio apertura dei plichi e valutazione delle due offerte pervenute con assegnazione del punteggio. Passa tutto il mese di febbraio nel silenzio più assoluto.
In parallelo però accade dell’altro: il 6 dicembre il Comune indice una procedura per l’affidamento dell’incarico professionale per la redazione del Pug e del nuovo regolamento edilizio, il 20 gennaio viene pubblicata la gara, il 3 marzo viene aggiudicata provvisoriamente.
E nell’arco di quattro giorni cambia il futuro di via delle Erbe: il 7 marzo la Giunta esprime un indirizzo “per la non prosecuzione della procedura” di assegnazione dell’area e la macchina amministrativa si adegua di conseguenza.
Cosa è successo? Carta canta: Palazzo Ducale, recita l’atto di Giunta, prende atto che “Via delle Erbe è una delle poche aree di campagna superstiti, sin dal Rinascimento, all’interno della Città Murata, eccezionalità che ha indirizzato l’Amministrazione in un complessivo percorso finalizzato a valorizzarne il suo peculiare valore storico, paesaggistico ed ambientale, promuovendone al contempo uno sviluppo come patrimonio collettivo, anche attraverso l’insediamento di attività naturalistiche, scientifico-didattiche, ricreative, sociali e culturali” e valuta che “con il progressivo avanzamento del percorso procedimentale e della definizione del quadro di strategie e azioni a fondamento del nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug) – afferma sempre la Giunta -, è emerso un possibile ‘cortocircuito’ legato alle tempistiche disallineate dei due percorsi intrapresi; di conseguenza, causa la mancata integrazione con la visione sistemica di ampio respiro in corso di costruzione, è stato rilevato il rischio di trasformare uno dei possibili Progetti-guida per la Città in un’occasione persa”.
Un’occasione persa è sicuramente per chi ha lavorato sodo per presentare un’offerta variegata, condivisa, partecipata per la gestione dell’area, producendo 400 questionari per coinvolgere altrettanti cittadini nella progettazione e trovando collaborazioni importanti, tra gli altri soggetti, con le Università di Ferrara e di Parma. Ovvero la rete “Via delle Erbe”, formata dalla coop Agricola Corte Frazza (capofila), Un bel dì Aps, Arci e coop Il Germoglio.
Tutti hanno dovuto aspettare il 22 marzo, con la risposta al question time del Pd da parte dell’assessora Angela Travagli, per essere resi edotti del fatto che tutto lo sforzo prodotto era diventato farina del diavolo in attesa del Pug. Lo stesso Pug che, nelle parole del primo cittadino, già una settimana dopo non sembrava più così centrale per la corte estense. Nel frattempo i partecipanti alla gara dovranno aspettare i primi giorni di aprile per essere formalmente avvisati dell’annullamento della procedura. Un comportamento che ha portato la cordata a chiedere assistenza al Difensore civico regionale.
E se la giunta afferma di voler evitare un cortocircuito, sembra darne vita a un altro: lo stallo nella ri-assegnazione dell’area potrebbe significare il prolungamento a tempo indeterminato della gestione (già in regime di proroga di fatto) affidata a Nuova Terraviva – seconda partecipante alla gara -, che pure avrebbe dovuto finire entro l’annata agricola 2020,come deciso da una sentenza del Tribunale di Ferrara visto che la convenzione era scaduta nel 2017, senza rinnovo.
Una situazione che, ovviamente, infastidisce chi oggi si vede escluso da tutto e non riesce a capire il motivo: “Siamo a conoscenza che il termine di presentazione del Pug avrebbe dovuto essere il 31 gennaio 2021 – spiega il gruppo di Via Delle Erbe – e non riusciamo a capire come questo ritardo possa ripercuotersi sulla gara per l’assegnazione di un’area che difficilmente potrà avere una destinazione d’uso diversa da quella attuale”. La possibile permanenza di Nuova Terraviva è percepita come ulteriore nota stonata: “Saremmo ancor più amareggiati se all’associazione venisse permesso di esercitare attività durante l’anno in corso e in futuro. Se ciò dovesse verificarsi siamo pronti a far valere le nostre ragioni nei luoghi deputati”. Nel frattempo la volontà è quella di far conoscere l’impegno e il lavoro svolto fin qui, nella speranza che non tutto vada perso: “Organizzeremo eventi e dibattiti pubblici per divulgare il nostro progetto alla città”.
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