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2 Aprile 2022
Le sue avventure documentate nella originale mostra in corso a Palazzo Roncale di Rovigo

Giovanni Miani, l’esploratore che affascinò Jules Verne

di Redazione | 4 min

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Giovanni Miani, protagonista della originale mostra in corso al Roncale di Rovigo, è stato paragonato ad Indiana Jones.

E in effetti le sue avventure alla scoperta delle sorgenti del Nilo sembrano avere dell’incredibile e dell’impossibile. Eppure sono vere e documentate.

Ad esserne affascinato fu, all’epoca, persino Jules Verne che cita Miani nel suo “Cinque settimane in pallone”, ma il pensiero va anche ad Emilio Salgari e alle avventure in terre esotiche  che ancora appassionano i lettori.

Miani cercava le sorgenti del Nilo, certo. Ma cercava anche qualcosa d’altro, molto più importante e segreto: la mitica terra dell’Offir. Quella terra che, secondo la Bibbia, offriva a re Salomone navi cariche d’oro e di altri tesori.

Non era l’unico ad impegnarsi in questa ricerca. L’Offir affascinava molti esploratori che erano certi di averlo individuato in territori  lontani dalle vie di transito del tempo, persino in America, in India, Afghanistan  e, naturalmente, in Africa. Decine di persone, e spedizioni, dedicavano tempo, denaro (e, spesso, la vita) alla ricerca di questo mito.

Ritratto di Giovanni Miani, Anonimo, Museo di Storia Naturale, Venezia , Urna cineraria Giovanni Miani, Accademia dei Concordi di Rovigo

Anche Miani era convinto – e lo scrive in un libro – di averlo individuato. Per lui l’Offir era al di là del  Lago Victoria, dove i suoi contendenti inglesi avevano stabilito essere (sbagliando) le sorgenti del Nilo. E infatti, lui, nella sua terza ed ultima spedizione, era sceso sino allo Zaire, primo uomo bianco a raggiungere in quegli anni il punto meridionale più lontano dal Mediterraneo.

Laggiù non trovò l’oro, ma la morte.

Miani, un visionario? Forse. Ma anche un uomo che si differenziava dagli altri bianchi che si spingevano laggiù per razziare schiavi da vedere sui mercati americani o l’avorio per i mercati europei. Lui cercava di capire i luoghi, li annotava sui suoi diari e sulle sue carte, osservava usanze e costumi, studiava la flora e la fauna, anticipando le figure dell’antropologo, del botanico, del geografo… Rispettava, ed era rispettato  dalle popolazioni indigene. Accettò di buon grado la richiesta di mostrarsi nudo al centro di un villaggio, dove un uomo bianco non si era mai visto.

Aveva il coraggio di un leone, tanto da essere definito come “il leone bianco del Nilo”. Ma aveva soprattutto la determinazione di chi vuole, ad ogni costo, raggiungere una impresa che gli potesse dare notorietà e considerazione.

Finendo la vita in un remoto villaggio, spossato dalla fatica e dalle febbri, martoriato da insetti molesti, senza i denti che si era strappato da solo, uno ad uno, perché in preda ad una terribile infezione.

Coccodrillo gigante, Plastica rigenerata, opera unica in otto esemplari, Cracking art

La mostra che la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo gli ha dedicato a Palazzo Roncale (ingresso gratuito) racconta questa clamorosa epopea, ricca di infinte storie di ordinaria umanità, o se vogliamo, di ordinaria follia.

E lo fa offrendo molteplici colpi di scena. Ad iniziare dal coccodrillo fucsia lungo più di 5 metri che affronta il visitatore all’ingresso. Suggestione di kracking art per rievocare i ferocissimi rettili che popolavano il Nilo all’epoca di Miani.

Mummia di donna, Epoca Tarda- Epoca Tolemaica, VI-I secolo a.C. Ampio tessuto di lino frangiato e Mummia di infante, Epoca Tolemaica VI-I secolo a.C.; Due mummie di coccodrillo, Epoca Tarda- Epoca Romana (712 a.C. – 100 d.C.)

A stupire il pubblico sono anche le due mummie egizie, di mamma e bambino, che sono al centro del piano nobile del Palazzo. Va chiarito che a Miani non interessavo affatto le antichità egizie, oggetto delle brame di infiniti altri “esploratoti”, bensì le popolazioni che incontrava e che lo accoglievano. Ma queste mummie no sono qui a caso: sono il dono fatto a Rovigo da un altro rodigino illustre, Giuseppe Valsè Pantellini, che negli anni di Miani aveva l’incarico di accogliere al Cairo le delegazioni reali ed imperiali lì in arrivo per l’inaugurazione del Canale di Suez.

Ma a sorprendere sono anche le antiche immagini dei due Akka che Miani aveva con sé al momento della morte. Quando i due ragazzi giunsero in Europa stupirono il mondo: nessuno aveva mai visto dei pigmei e decine di studiosi giunsero a Roma per studiarli ed esaminarli. Divennero celebrità tali da essere ricevuti a corte dal Re d’Italia in persona. Per poi finire, battezzati ed italianizzati, a vivere tra il veronese e il trevigiano.

Scudo “Jole”, etnia BWA, legno, Collezione Forin

A raccontare l’Africa profonda di Miani sono in mostra diversi materiali: si spazia dagli oggetti d’arte africana ai dipinti che Renato Casaro, autore del manifesto della mostra e celebre cartellonista per Cinecittà e Hollywood, ha dedicato all’Africa ed ai suoi animali.

A fare da filo conduttore della straordinaria esposizione è Natalino Balasso che accoglie i visitatori all’ingresso e li accompagna, illustrando il personaggio, il suo carattere ma anche la sua modernità.

La mostra, sala dopo sala, diventa un imperdibile viaggio nel tempo e nei luoghi, condotto sulle spalle di un gigante della storia universale dell’esplorazione.

Info per la visita a Palazzo Roncale

​​La mostra “Giovanni Miani. Il Leone Bianco del Nilo” è aperta tutti i giorni fino al 26 giugno 2022, a ingresso gratuito.

Palazzo Roncale apre al pubblico in occasione della mostra

  • dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00

  • sabato, domenica e festivi dalle 9.00 alle 20.00

Non è necessaria la prenotazione.

Dal 1° aprile 2022, per l’accesso a musei, parchi archeologici, mostre, archivi, biblioteche e altri luoghi della cultura non è più richiesto il possesso del green pass rafforzato, né di quello base. Resta l’obbligo di utilizzo di mascherine chirurgiche.

Mostra a cura di Mauro Varotto, da un progetto di Sergio Campagnolo. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e prodotta da Arcadia Arte.

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