Cronaca
15 Marzo 2022
Era uno dei pazienti vaccinati dalla dottoressa Gennari. Al vaglio le posizioni di circa 200 pazienti e di due farmacie per falsi test positivi utilizzati per ottenere il green pass. E l'inchiesta potrebbe allargarsi ancora

Falsi vaccini, si scava anche sulla morte del medico ‘no-vax’ Marescotti

Chiara Compagno e Marcella Gennari
di Daniele Oppo | 3 min

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Chiara Compagno e Marcella Gennari

Giovedì mattina davanti al giudice. Le dottoresse Marcella Gennari (e sua figlia-assistente Francesca Ferretti) e Chiara Compagno compariranno davanti al gip Carlo Negri per l’udienza di convalida del loro arresto. I due medici di base operanti a Ferrara, lo ricordiamo, sono accusati di aver effettuato false vaccinazioni contro il Covid-19 e aver rilasciato falsi certificati di esenzione per far ottenere il green pass a clienti no vax.

Entrambe sabato sono state poste agli arresti domiciliari in base all’ordinanza del gip, a fronte di una richiesta di custodia in carcere avanzata dal pm Ciro Alberto Savino, che coordina le indagini condotte dalla guardia di finanza di Ferrara.

Indagini che sono ancora in pieno sviluppo: uno dei filoni più di rilievo riguarda il caso del medico no-vax Roberto Marescotti, protagonista dei ‘No paura day’ a Ferrara e morto a gennaio per Covid. Da quanto risulta, Marescotti era uno dei pazienti vaccinati (formalmente almeno) da Gennari e il dubbio che la sua sia stata una delle false vaccinazioni è molto forte, con tutto quel che ne consegue anche perché il medico copparese non rispose alle cure somministrategli.

Se i nomi di Gennari, Ferretti e Compagno sono finora gli unici formalmente iscritti nel registro degli indagati, presto ve ne saranno altri, molti altri. Saranno quelli dei pazienti: coloro che hanno offerto e dato dei soldi in cambio di una falsa vaccinazione – ipotesi che integra la corruzione -, comportamento che riguarda in particolare Gennari e la figlia (tariffe dai 20 ai 50 euro), ma ci sarebbe almeno un caso di pagamento che riguarderebbe anche Compagno (che avrebbe chiesto 7 euro); e chi, tramite la falsa vaccinazione, ha ottenuto il green pass (concorso in falso ideologico mediante l’induzione in inganno del ministero per il rilascio della certificazione verde). Si tratta di circa 200 persone, tre le quali figurano anche avvocati, sacerdoti, docenti, forze dell’ordine, operatori sanitari.

Sono circa 2mila le somministrazioni sospette, conteggiate in base alle richieste di unità di vaccino effettuate dalle due professioniste all’Ausl (che dall’anno scorso aveva iniziato a monitorare la situazione, avendo notato un improvviso e sospetto incremento di pazienti che sceglievano le due dottoresse e la grande quantità di vaccinazioni effettuate). In quest’ambito sono ipotizzati i reati di truffa per i denari riconosciuti dall’Ausl ai medici di medicina generale per ogni vaccinazione, e di peculato per aver distrutto i vaccini. Il danno non è ancora stato quantificato con precisione, ma dovrebbe aggirarsi, a spanne, in alcune decine di migliaia di euro.

Nell’inchiesta sono coinvolte anche due farmacie cittadine sulle quali gli inquirenti stanno svolgendo ancora degli approfondimenti. In un caso sarebbe il titolare a essere coinvolto e a tirarlo in ballo sarebbe Compagno, indicando – intercettata – la farmacia come il posto in cui andare per ottenere un falso tampone positivo, utile, trascorsi dieci giorni e con un successivo tampone negativo, a ottenere il green pass per guarigione. Nell’altro caso l’indagine punta su una dipendente che, all’insaputa del titolare, si sarebbe proposta alla Gennari per ‘certificare’ falsi test positivi.

Gli inquirenti stanno vagliando anche l’eventuale coinvolgimento di altri medici in un sistema simile, nonché i suoi eventuali agganci con la rete no-vax ferrarese.

 

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