Ritrovata Adele Gandolfi, la 23enne scomparsa a Ferrara
È stata ritrovata sana e salva Adele Gandolfi, la 23enne di Ferrara scomparsa lo scorso 6 settembre
È stata ritrovata sana e salva Adele Gandolfi, la 23enne di Ferrara scomparsa lo scorso 6 settembre
Indagini a tutto campo a Pieve di Cento dove, nella nottata tra sabato 6 e domenica 7 settembre, all'interno del parco "Isola che non c'è", durante la 268esima Festa dei Giovani, un acceso litigio tra due ragazzi - uno maggiorenne, l'altro ancora minorenne, di 17 anni - è finito nel sangue
La Comune di Ferrara ha depositato un’interrogazione rivolta al sindaco Alan Fabbri e al presidente del Consiglio comunale Federico Soffritti per chiedere conto dell’attuazione della mozione “Due Popoli, Due Stati”, approvata il 15 aprile scorso
Giornata di sciopero oggi, 8 settembre, alla ex Sirio Planet di Ostellato, oggi Vsg Italia. Otto ore di astensione dal lavoro, proclamate unitariamente dai sindacati nei giorni scorsi, hanno visto i lavoratori incrociare le braccia dalle 8.30 e restare in presidio per tutta la giornata. Adesione oltre il 90%
Identiche barchette di carta sono state trovate il giorno stesso in altre case delle vie intorno, davanti a un bar, alle fermate dell'autobus e davanti alla scuole Poledrelli. Più che un attacco alla democrazia e alla sfera privata dell'assessora ferrarese, pare a prima vista trattarsi di un innocuo volentinaggio prima della manifestazione pro Palestina di sabato scorso
Il pm Andrea Maggioni
Una requisitoria infiammata, appassionata, anche polemica. Ma quella del pm Andrea Maggioni, che ha coordinato l’indagine “Wall Street” sullo spaccio nei giardini del Grattacielo, è quasi un manifesto sul senso della giustizia applicato a Ferrara: prevenire, punire chi commette reati, certo, ma anche guardare al futuro della comunità e degli imputati in quella comunità e in quel luogo suo malgrado speciale che è la Gad.
Così la requisitoria diventa una scansione di tre fotografie in successione: quella passata e ben nota della “piazza dello spaccio” monopolizzata dai pusher nigeriani, quella odierna del Parco Coletta e delle sue iniziative sportive e culturali, coi giochi per i bambini e i campetti che valorizzano la bontà del lavoro delle istituzioni, quella futura, che vede quel luogo che riaccoglie, almeno in via potenziale, chi ieri lo ha rovinato dopo un percorso, ancora da completare e a tratti forse da iniziare, che vede rinnovati gli ambienti – anche sociali – e i singoli.
Il pm ne fa innanzitutto una questione di giustizia sociale, con un richiamo nemmeno troppo velato al classismo della giustizia, ieri visibile nei confronti degli immigrati del sud Italia, oggi quelli del sud del mondo. “Quando vedo in galera in grandissima misura immigrati, persone di colore, poveri, qualche domanda me la faccio. Quando mi trovo ad affrontare vicende che riguardano persone con quelle caratteristiche io devo cercare, nei limiti del possibile, di arrivare a quella pena mite che possa svolgere la funzione di pena congrua, legata alla persona e riabilitativa”.
Un discorso che si lega a una inusuale polemica aperta e infuocata sulle scelte dei difensori di portare i loro assistiti in questo procedimento a dibattimento anziché accedere al rito abbreviato, impedendo, in caso di condanna, l’accesso al beneficio dello sconto di un terzo della pena, a fronte di un quadro probatorio dal pm ritenuto in larga parte blindato, non deteriorabile nella sua essenza in un processo ordinario con contraddittorio pieno.
Una preoccupazione per le sorti degli imputati che si esplicita ancora meglio nel richiamo alla “fotografia futura” che Maggioni usa per spiegare la scelta di non calcare la mano nell’inquadramento dei fatti come reati.
“Lo Stato ha riqualificato l’area”, riconosce il pm, plaudendo alla “meritoria iniziativa del Comune” nella realizzazione del Parco Coletta dopo che le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria sono riuscite eliminare il grosso delle attività illecite che un tempo si svolgevano alla luce del sole: “Dove prima si faceva fatica a entrare se non per comprare la droga, oggi giocano i bambini”. È un cambio di paradigma, ma non basta. “Qui leggo: ‘obiettivo sicurezza’”, aggiunge Maggioni, leggendo un articolo di giornale che parla proprio di quella riqualificazione. “No, non è solo quello, non deve essere solo quello: bisogna far sì che in quei giardinetti, in quei campi di calcio e basket vadano i famigliari, se non anche gli stessi imputati dopo che avranno scontato la pena, il prima possibile. Non ho contezza che oltre alla riqualificazione dell’area, ci siano state così clamorose attività di reinserimento di queste persone nella società. Abbiamo fatto ‘pulizia’ della piazza, ma l’auspicio, la fotografia futura, è che non ci sia nemmeno la possibilità di costituire altre piazzette poco lontane e che le iniziative di forze dell’ordine, magistratura e del Comune diano una prospettiva anche agli imputati e alle loro famiglie. E se questo è l’auspicio, a maggior ragione la pena deve essere mite”.
Quelle richieste per i 17 imputati vanno da un minimo di 1 anni e 2 mesi di reclusione e 1.110 euro di multa per chi ha sulle spalle poche imputazioni a carico, fino a 7 anni, 1 mese e 1.540 euro di multa.
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