Salute
9 Marzo 2022
Il punto di Monica Calamai, direttrice generale Ausl Ferrara, nella puntata di Salute Ferrara Focus

Sanità ferrarese: dall’emergenza agli investimenti per il futuro

di Redazione | 5 min

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Monica Calamai, direttrice generale dell’Ausl

Il calo dei contagi continua, seppur più contenuto, prosegue quello dei ricoveri di pazienti Covid mentre ci si organizza per gestire, dal punto di vista sanitario, l’arrivo dei profughi che fuggono dalla guerra in Ucraina. Cosa ha voluto dire per la sanità ferrarese questo ultimo anno di pandemia e come la stessa sanità si è riorganizzata per riuscire a far fronte all’emergenza, continuando anchea guardare in avanti, investendo, facendo crescere servizi, professionalità e strutture?

Se ne è parlato nella nuova puntata di Salute Focus Ferrara (format web settimanale a cura di Ausl Fe condotto da Alexandra Boeru) con Monica Calamai, direttrice generale dell’Azienda Usl di Ferrara.

Il punto sui contagi

“Il contesto nazionale, ragionale e locale – ha spiegato la direttrice Ausl Calamai – è quello di un netto miglioramento. Ad oggi abbiamo 3226 persone positive in provincia di Ferrara, il 96% delle quali però è asintomatico. L’incidenza si attesta attorno ai 326 casi ogni 100.000 abitanti (leggermente in salita rispetto alla settimana scorsa) mentre sono in calo anche le persone seguite a domicilio dalle Usca, scesa finalmente sotto quota 100(94 nell’ultima settimana contro le 133 di quella precedente).

“Tutto questo – ha proseguito Monica Calamai – ha un impatto positivo sulle strutture ospedaliere dove assistiamo ad una ripresa di circa il 90% di quelle attività ordinarie che con l’emergenza erano state sospese”. E aggiunge: “Numeri che però non devono portare all’abbandono di certe buone prassi che ci hanno accompagnato in questi due anni, dalla mascherina anche all’aperto se in luoghi affollati, alla buona ventilazione degli ambienti”.

La campagna vaccinale

I dati recenti sono anche il risultato di una campagna vaccinale che in provincia di Ferrara ha avuto ottime risposte da parte della popolazione. “Con la seconda dose – le parole sono di Monica Calamai – siamo ad una copertura addirittura del 99% della popolazione over 12, mentre con la terza abbiamo raggiunto l’86% del target vaccinabile”. La campagna ora è in una nuova fase, sono stati riorganizzati orari ed accessi perché si
è passati dalle 4000 dosi di gennaio a circa 500 al giorno. “Continuiamo comunque a vaccinare – ha proseguito la direttrice Ausl – anche con il Novavax abbiamo vaccinato 104 persone. Piccoli numeri ma per noi importanti perché ha aggiunto, sono sempre persone in più che si sono vaccinate”. C’è poi la campagna pediatrica con le vaccinazioni rivolte alla fascia 5-11 anni. “È il capitolo più faticoso – afferma Calamai – ma non meno importante”. Qui la copertura è più bassa, in linea con quella nazionale, e si attesta al 34,6% per la prima dose e al 29% per le seconde dosi.

Gestione sanitaria profughi dall’Ucraina

In questi giorni c’è una nuova emergenza per la quale è necessario il contributo, sul territorio, della sanità locale. La Regione Emilia- Romagna ha fornito indicazioni alle Ausl per la presa in carico delle persone che arrivano qui in fuga dall’Ucraina. “È importante che le persone facciano i passaggi burocratici per lo stato di profugo, quindi recandosi presso la prefettura, la questura, i comuni. Una volta fatto questo verranno identificati e indirizzati all’autorità sanitaria per gli screening con tamponi, vaccinazioni, ed eventuali ulteriori accertamenti” spiega la direttrice generale e continua: “Abbiamo predisposto ambulatori sul territorio per lo screening e altri come sedi vaccinali, non solo per il Covid ma per tutte le vaccinazioni che caratterizzano la nostra popolazione, dall’infanzia in poi. Questo ci consente di fare uno screening sullo stato di salute delle persone”.

E aggiunge: “Abbiamo anche messo a disposizione la figura del mediatore culturale che parla lingua ucraina supporto psicologico per bambini e per adulti e siamo in stretto contatto con i sindaci dei territori nei quali sono già arrivati”. Calamai, infine, ricorda: “Tutte queste persone, una volta identificate come profughi, possono recarsi ai punti amministrativi perché possono avere il codice di esenzione per l’assistenza sanitaria per almeno 6 mesi nel nostro paese”.

Il futuro della sanità ferrarese, dal territorio alle eccellenze

“Nonostante la pandemia la sanità ferrarese non ha smesso di guardare al futuro con progetti importanti, alcuni dei quali – dichiara Calamai – avviati già nel 2020. Tra questi ne vanno certamente indicati quattro: l’azienda digitale che ha dato di fatto il via all’unificazione delle due aziende, il progetto Ior che ha visto l’arrivo dell’eccellenza del Rizzoli all’Ospedale di Argenta, la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità e il
progetto sanitario di costruzione territoriale”. Una sanità sul territorio dunque che è stata costruita attraverso nuove Unità Operative che “non sono in contraddizione con quelle ospedaliere ma che permettono di realizzare la sanità del futuro” ha messo in evidenza Calamai.

“La parola d’ordine del Pnrr – afferma ancora la direttrice generale – è la prossimità. Non potrà valere per tutto ovviamente, ma su molte discipline e prestazioni sarà l’imperativo, legata però alla qualità”. E gli esempi da fare ci sono già, dal Rizzoli ad Argenta, passando per la risonanza
magnetica e i percorsi evoluti dal punto di vista cardiologico o urologico a Cento, fino al Centro PMA dell’Ospedale del Delta o al Polo Odontoiatrico della cittadella S. Rocco.

“Sono centri e strutture evoluti che dietro hanno formazione, investimenti edilizi, tecnologie i giusti profili professionali per farli funzionare”.
Quanto alle strutture, ci sono 33 milioni di euro da spendere. “Abbiamo in programma di potenziare le 7 Case della Salute già esistenti. Stiamo lavorando con i Comuni per aprirne altre in strutture da loro messe a disposizione, come a Tresigallo e Terre del Reno. Analogo percorso è stato già avviato anche per Cento e Argenta. Ulteriori Ospedali di Comunità invece verranno realizzati a Ferrara, Codigoro e Bondeno”. E sempre nell’ottica di potenziare la sanità sul territorio si inserisce anche la figura dell’Infermiere di Comunità e famiglia (Ifec). “Abbiamo ipotizzato, come prima necessità, circa 60 infermieri, già una dozzina hanno preso servizio e la loro presenza sarà sempre più diffusa sui territori che sono i primi a richiederla”.

Le donne nella sanità: Parità ancora lontana ma obiettivo importante

La direttrice, infine, ha fatto una riflessione sul ruolo delle donne nella sanità in occasione della ricorrenza dell’8 marzo. “Nella sanità – ha detto – prevalgono ancora le figure maschili nei ruoli apicali, i direttori generali soprattutto, i direttori sanitari donna arrivano al 32%. Le fratture ci sono anche nel percorso complessivo di tutela e garanzia della parità delle donne nella sanità. Quella di oggi non è una giornata che festeggia la donna
che deve essere presenza fondamentale all’interno del mondo del lavoro e della società civile. E con un ruolo che non deve essere diverso da quello che ha il genere maschile. Oggi questo non è. Tra le cose che devo fare, ha concluso la direttrice Ausl, oltre formare i giovani, c’è la costruzione, con altre e altri, della la strada affinché questa disparità venga meno”.

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