Attualità
4 Marzo 2022
La testimonianza di Raffaele Rinaldi dell'associazione Viale K: "Non pensano di restare qui tanto a lungo. Alcuni di loro ospiti di parenti che da anni lavorano nelle nostre zone"

Profughi ucraini a Ferrara, ma non a lungo: “Sperano di tornare presto a casa”

di Davide Soattin | 4 min

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Nuclei familiari privi di figure maschili e con bambini al seguito, che spesso si ricongiungono con qualche parente da anni in Italia e che al più presto sperano di tornare a casa loro. Questo l’identikit dei profughi di guerra ucraini che scappano dalle zone invase dell’esercito russo di Vladimir Putin.

A delinearlo, complice un’esperienza trentennale dell’associazione in cui opera nel campo dell’accoglienza, è Raffaele Rinaldi, direttore di Viale K, che al momento sta ospitando presso le proprie strutture una mamma con due figli di 5 e 16 anni, agevolandone la quotidianità in un momento traumatico e difficile.

“Non abbiamo ancora organizzato niente – spiega – perchè proprio non si sa come evolverà la situazione. Stiamo lavorando sull’emergenza e stiamo improvvisando, accogliendo chi ne ha bisogno e tenendo conto che alcuni nuclei sono già ospitati da parenti che da diverso tempo vivono già a Ferrara. Oppure so di una famiglia che non vuole rientrare nel classico circuito dei rifugiati, ma vuole un appartamento per conto suo. E a questo proposito mi sto attivando”.

Per ora però non si prospetta un’emergenza sociale: “Loro sperano di ritornare presto a casa e non pensano di restare in Italia per tanto tempo” sottolinea Rinaldi, che aggiunge: “Anche se sono qui, le donne non si sentono sicure o in salvo perché là hanno comunque i mariti o i fratelli che stanno a combattere. Il pensiero è sempre dall’altra parte e lo dimostra il loro stato di preoccupazione continuo che però non vogliono trasmettere ai figli”.

“Hanno sempre il telefono in mano – prosegue – per telefonare a casa, sperando in buone notizie. Alcuni di loro non hanno nemmeno avuto il tempo di fare le valigie perché tutto è scoppiato all’improvviso. Nonostante la disponibilità finanziaria, tanti non sono riusciti nemmeno a prelevare prima di partire perché gli è stato impedito l’accesso ai soldi e ora stanno aspettando che si sblocchino”.

Viale K sta affrontando il momento in collaborazione con la Prefettura, in attesa che arrivino direttive ufficiali dal governo, dal punto di vista burocratico: “Attualmente lavoriamo sul primo soccorso, agendo tutti sulla stessa linea. Anche perché sarebbe il colmo lasciare per strada persone che hanno bisogno di aiuto. Se ne arriveranno altri non ci saranno problemi. Abbiamo le spalle grosse e non ci spaventa. Bene o male ci faremo trovare ancora una volta pronti“.

Prosegue intanto la gara di solidarietà e vicinanza alla comunità cattolica della Chiesa ucraina di Santa Maria dei Servi da parte della Caritas della diocesi di Ferrara e Comacchio che attualmente, in sintonia con quella italiana, non organizza raccolte e invii di beni di prima necessità oppure di medicinale, ma invita a effettuare una raccolta fondi sul conto corrente IT15E0538713005000002957007 intestato a Caritas Diocesana di Ferrara-Comacchio con causale “Emergenza Ucraina” e a fornire un aiuto per l’allestimento di una struttura di accoglienza delle famiglie (nuclei di mamme con bimbi) in fuga dalla guerra.

Nello specifico, mancano ancora molti oggetti per poter rendere operativa questa casa, tra cui tre frigoriferi (solo prodotti nuovi), due lavatrici (solo prodotti nuovi), letti a castello in ferro, un tavolo per sala comune e un tavolo per la cucina, armadi da 90 cm di larghezza (gli spazi non sono molto ampi), sedie, una quindicina tutte uguali, una scaffalatura a muro in ferro, venti materassi ignifughi (prodotti nuovi), piatti, bicchieri, posate e tazze (solo prodotti nuovi).

L’importanza che i prodotti destinati alla struttura di accoglienza siano nuovi, risiede nel fatto che, trattandosi di una comunità di persone con minori a carico, occorre prima di tutto garantirne le fondamentali norme di sicurezza e sanità.

A Ferrara infine sono ventidue le farmacie private che hanno aderito all’iniziativa comunale per la raccolta di medicinali e prodotti sanitari a favore della popolazione Ucraina. Il primo convoglio per il recapito del materiale donato partirà domani. Ad ora sono alcune decine i box colmi di prodotti offerti dalla generosità di cittadini, che hanno dato il proprio contributo per sostenere concretamente la solidarietà a favore dei civili. La campagna è stata organizzata e coordinata dall’Amministrazione e da Afm Farmacie comunali ed è partita martedì con la prima raccolta di una dozzina di scatoloni negli undici punti vendita comunali (ieri almeno altrettanti si sono aggiunti e sono attualmente in stoccaggio temporaneo in attesa della partenza).

Da ieri (3 marzo) anche in molte farmacie private è presente la locandina con i loghi municipali e di Afm e l’invito a compiere un gesto per sostenere la popolazione ucraina.

Nel dettaglio, i punti vendita aderenti (che si aggiungono quindi a quelli del circuito Afm). Farmacie: Alla Sorgente (via Calzolai 446/A, Francolino), Amato (via Mazzini 81), Cacciari (via Ducentola 2/B, Quartesana), Calzolari (via Cortevecchia 9), Centrale SaS (viale Cavour 48), Centrale di Pontelagoscuro (piazza Buozzi 20, Pontelagoscuro), Cona (via Comacchio 963/A, Cona), Della Salute (piazza Emilia, 26, Barco), Ferrari (via Bologna 245/B), Fides (corso Giovecca, 125-129), Forlani (viale Po 18), Giardino (via Darsena 67), Jublin SaS (via Bologna 78-78/A), Maga (via Garibaldi 63), Lodi SaS (corso Isonzo 1/C), Pasquali (via Gladioli 29, Malborghetto di Boara), Perelli (corso Martiri della Libertà 36), San Pietro (via Modena 491), Sempreviva Snc (piazza Trento e Trieste 56), Trevisani (via Masi 198/A, San Bartolomeo), villa Fulvia (via Comacchio 239/B), Ariostea (via Palestro 74).

Oltre a questi punti vendita Federfarma contribuirà raccogliendo farmaci e prodotti sanitari anche in  farmacie ubicate in altri Comuni della provincia.

 

 

 

 

 

 

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