Attualità
23 Febbraio 2022
Presentato il restauro post sisma che ha riportato la chiesa all’antico splendore. Sgarbi: "Rimpiango molto la perdita del cotto nelle colonne, ora di color grigio". Frasson: "Operazione scientifica affrontata con rigore"

La “Madonnina” riapre ai fedeli dopo il terremoto

di Redazione | 5 min

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Ha ufficialmente riaperto le porte ai fedeli la chiesa di Santa Maria della Visitazione, detta ‘della Madonnina’, in piazzetta Franceschini, dopo il restauro post sisma che l’ha riportata all’antico splendore. A parlare di questi lavori sono Andrea Maggi, assessore ai lavori pubblici, l’arcivescovo monsignor Gian Carlo Perego, Chiara Guarnieri della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio, Natascia Frasson, del Servizio beni monumentali e patrimonio del Comune di Ferrara, Enrico Puggioli, direttore dei lavori e Vittorio Sgarbi.

“Siamo in uno dei contesti più belli e storici della città – spiega Maggi – vicini all’antico castrum, e da qui la città nei secoli passati si è urbanizzata verso l’attuale città. Questo quartiere, detto ‘burgus inferior’, è una zona importante storicamente: qui, parecchi secoli fa, nel Cinquecento, Ferrara ha continui conflitti con la Repubblica di Venezia e vengono ricostruite le mura, poi nel 1526 si edifica questa chiesa. Una chiesa che ha visto dei miracoli, e che ha anche avuto secondo me uno dei primi esempi di quello che oggi chiamiamo crowdfunding, era così importante il culto della Madonna che molti cittadini fecero ex voto delle offerte, e così si è edificata questa chiesa”.

“L’area è importante anche oggi – sottolinea Maggi – è una delle zone più storicizzate di Ferrara, e sarà oggetto di una riqualificazione importante. Per un finanziamento di 1 milione e 500mila euro, per rifunzionalizzare l’area di San Giorgio, dal punto di vista della mobilità e dello spazio pubblico, con percorsi ciclopedonali e demolendo gli edifici incongrui”.

“Questa chiesa – racconta l’arcivescovo Perego – è uno dei primi segni importanti di una rinascita, a inizio 1500, di una devozione mariana a Ferrara. Accaddero allora una serie di miracoli che interessarono il palazzo delle Gabelle, Boara, e Porta di sotto, che nel 1511 iniziò a fare miracoli importanti aggregando molte persone, e questo portò alla costruzione della chiesa. È bello inoltre che la chiesa sia stata rivestita ancora delle sue opere: ogni quadro dice qualche cosa circa le devozioni più care ai ferraresi. Siamo molto grati al Comune, che l’ha riacquistata cedendo un’altra chiesa. Riaprire questo luogo significa riaprire un angolo della nostra fede e dare ai 1500 abitanti della parrocchia della Madonnina il luogo che li ha visti nascere e crescere”.

La chiesa di Santa Maria della Visitazione, l’annessa canonica e l’ex convento, a seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, hanno subito danneggiamenti significativi in quanto era visibile un quadro fessurativo, sia all’interno che all’esterno, particolarmente articolato che riguardava le strutture portanti, che seppur verosimilmente in parte preesistente, è stato aggravato e ampliato dal recente fenomeno sismico, evidenziando quelle vulnerabilità tipiche di edifici come questo. Sono stati quindi eseguiti diversi interventi strutturali: sulla facciata per contrastarne l’azione di ribaltamento, in particolare della porzione che svetta di circa 3 metri dalla copertura, il consolidamento del piano di copertura e della relativa struttura portante, insieme ad un consolidamento delle volte in laterizio presenti all’interno della chiesa, una riparazione delle murature e un consolidamento del solaio del primo piano dell’ex convento. Sono stati inoltre eseguiti interventi di restauro effettuati all’interno della chiesa, che hanno interessato il completamento cromatico delle volte e delle pareti. Il restauro ha coinvolto anche i particolari architettonici presenti quali archi, nervature delle volte, trabeazione e le colonne, queste ultime comprensive di capitello e piedistallo.

I lavori sono stati realizzati con contributo della regione Emilia Romagna per 812.000 euro e fondi assicurativi comunali per 422.500 euro.

Vittorio Sgarbi definisce poi questa chiesa “una vera e propria pinacoteca del secondo Cinquecento. Vedete sulle pareti – spiega il critico – il San Carlo Borromeo di Bononi, opera che fa diventare poetica anche un’immagine ripetuta come quello di San Carlo. Si vede l’influenza di Michelangelo nel San Gerolamo di Bastianino, opera di importanza essenziale per il manierismo ferrarese. Il dipinto di Venturini è di un manierista meno studiato, ma di una intelligenza straordinaria. Vi è poi la Madonna della Ghiara, riferita allo Scarsellino. Mi è parso di vedere nella Santa Lutgarda un’opera che con Ferrara non ha nulla a che fare, ma sarebbe da valutare se vi siano gli influssi di Sassoferrato, e se la proposta fosse confermata darebbe ulteriore rilievo alla chiesa”.

Non appare come una polemica quella di Sgarbi, più una constatazione nostalgica: “Vorrei porre una questione che in questa festa è un problema di principio a cui non posso sottrarmi – annuncia -: sono sicuro che l’intonaco scelto, questo grigio che richiama il mondo toscano, abbia una ragione stratigrafica importante, ma queste colonne erano tutte in cotto a vista, a pietra erano solo i capitelli. Questa chiesa era pura poesia, con il rosso intenso delle modanature intorno. Non è escluso che il progetto dello Schiatti prevedesse un rapporto con il cotto. Questo grigio contraddice quindi la memoria storica, quello che tutti noi ricordiamo di questa chiesa, che aveva una facies diversa. Dobbiamo mantenere la memoria o una filologia estrema? Ho un rimpianto profondo, come molti altri, vedendo la perdita del cotto, che la rendeva totalmente poetica”.

Come annunciato in conclusione da Natascia Frasson è in partenza un ‘Art e Bonus’ per il finanziamento del restauro dei due altari mancanti, in modo da poter ricollocare al loro posto due delle opere più importanti di questa chiesa.

Come ha poi ribadito Frasson, in risposta a Sgarbi, “questo intervento, insieme ad altri, sarà protagonista al Salone del Restauro del giugno prossimo, che ha selezionato il comune di Ferrara come particolarmente virtuoso per aver preso spunto dalla tragedia del sisma come opportunità di rinnovamento per la città. Presenteremo i restauri più interessanti, tra cui la Madonnina, perché questo restauro si presta a un dibattito interessante, legato a ciò che è corretto fare quando si affronta un restauro, che è un’operazione scientifica che va affrontata con rigore”.

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