Politica
22 Febbraio 2022
Discorso di Stefano Franchini in consiglio sull’ordinanza graduatorie Erp: “Scelta più ideologica che morale”

Il capogruppo Lega: “Il tribunale contro la maggioranza degli elettori ferraresi”

di Redazione | 5 min

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Il giudice che ha costretto il Comune di Ferrara a modificare la graduatoria per gli alloggi popolari? Decisione ideologica. I giornalisti invadenti? Andrebbero regolamentati, quantomeno a ‘minutaggio’. E presto la Lega sarà nelle piazze a spiegare che di separazione dei poteri se ne può fare tranquillamente a meno.

La voce è cadenzata. A volte incerta nella lettura. Ma quello che esce dalla sua bocca è lava. Il discorso di Stefano Franchini, capogruppo della Lega Salvini premier in consiglio comunale a Ferrara, è fumo e saette. Saette per i dardi incandescenti che lancia agli avversari, che a turno sono il tribunale, un’associazione umanitaria e alcuni giornalisti troppo invadenti. Fumo perché molte affermazioni cozzano con la realtà.

Franchini si inserisce nel dibattito sulla delibera del Comune, costretto a modificare i requisiti di accesso agli alloggi popolari perché ritenuti discriminanti dal tribunale di Ferrara.

La causa l’aveva mossa Asgi, “acronimo di associazione studi giuridici sull’immigrazione” scandisce il capogruppo, per dire che “evidentemente questa associazione, a dispetto del nome che si è data, non si limita allo studio imparziale del fenomeno migratorio, ma promuove azioni mirate a favorire la migrazione”.

Per carità, un “sostegno lecito, militante, e almeno in primo grado vittorioso”. Asgi infatti assisteva due donne escluse dalle assegnazioni.

La storia ormai è nota. Il Comune ha proposto appello e l’udienza è fissata per il 26 marzo 2024. E Franchini è costretto a spiegare perché la maggioranza è dovuta correre ai ripari sulla residenzialità storica e il punteggio abnorme, secondo il giudice, che vi aveva attribuito.

“I provvedimenti giudiziari si possono impugnare – concede la camicia verde -, ma in attesa del secondo grado di giudizio si accettano e si applicano”. Ma, forte del diritto anglosassone e della forza cogente del precedente, Franchini ricorda che “in Italia un provvedimento del giudice vale per il caso singolo. Se volevano obbligarci a modificare i requisiti di accesso agli alloggi Erp avrebbero dovuto impugnare il regolamento davanti al Tar. Ma niente di tutto questo è successo; tuttavia il Comune ha provveduto a cautelarsi modificando i requisiti”.

Sul punto gli risponderà il capogruppo del Pd Francesco Colaiacovo, per fargli notare che al giudice amministrativo ci si rivolge per tutelare interessi legittimi; “il fatto che il tribunale di Ferrara si sia dichiarato competente in questa vertenza è un fatto di maggiore gravità, perché ha ritenuto che fosse stato violato un diritto soggettivo. Ed è estremamente peggio”.

Il problema, riprende Franchini, è che “l’ordinanza del tribunale non crea nuove abitazioni, varia solo il fruitore. Nella graduatoria rimodulata se uno è favorito altri sono sfavoriti. È difficile fare una gara tra persone bisognose di alloggio”.

In sostanza, nella logica del capogruppo “l’assegnazione a uno preclude l’assegnazione a un altro, che rimane in lista condannato a una lunga, a volte interminabile attesa”. Ed estrae dal cilindro il caso di una anziana di 94 anni ferrarese “che dovrà aspettare lunghi anni perché l’alloggio è stato assegnato a giovani immigrati”. Nel prosieguo della discussione si verrà a sapere che l’anziana, a parte un Isee basso, non aveva altri requisiti per accedere a un alloggio Erp.

Ma Franchini tira dritto e, dopo la common law si sposta in Francia, dove vige un detto: “per dire che una scelta è difficile e che il risultato potrebbe essere fuorviante si dice «svestire Piero per vestire Paolo». Grande generosità, un grande risultato!”, chiosa sarcastico.

E punta il dito contro il tribunale che, a suo dire, “ha svestito un residente storico, lo ha lasciato senza casa, per favorire nuovi arrivati. Vedo in questo una scelta più ideologica che morale. Anzi, io la contesto proprio sul piano morale”.

L’arringa continua prendendo di mira ora la due madri (“signore immigrate”) che ” a quanto mi risulta che entrano in case di edilizia pubblica escludendo dei ferraresi (e invece l’assessora Coletti dirà che una non è entrata perché non aveva i requisiti chiesti dalla legge regionale, ndr). I nomi delle due signore io non li so, ma so che qualcuno si è indignato perché il sindaco li ha scritti nella sua pagina istituzionale”.

Franchini parte quindi confondendo completamente diritto civile e diritto penale, per sostenere che “le ordinanze e le sentenze sono pubbliche e pronunciate in nome del popolo italiano, non in nome del popolo e a sua insaputa. Nel processo civile attore e convenuto hanno un nome, non c’è niente di male a renderli pubblici perché pubblici già sono”.

In realtà è solo il processo penale a essere pubblico. E per Franchini è altrettanto grave “aver consegnato alla stampa il nome del convenuto, cioè il Comune di Ferrara, deve essere forse meno tutelato dei nomi delle due attrici del processo civile? Strano doppiopesismo”. Qui al capogruppo sfugge il dettaglio che è stata la stessa giunta a render nota tramite comunicato la volontà di resistere in giudizio.

Franchini poi fa presente che “il sindaco è stato attaccato in modo verbalmente aggressivo e petulante da una mini troupe televisiva proprio su questo tema”: Quanto basta per chiedersi “se ai giornalisti tutto sia permesso? fino a quanto centimetri dal naso e per quanti minuti può essere puntato un obiettivo o un microfono? quanti possono essere gli assalti reiterati sullo stesso argomento? mi chiedo quanto possono essere costruttive certe domande che sono affermazioni perentorie e non domande”.

“Tornando all’argomento di cui discutiamo, voterò a favore pur pensando che si sta svestendo Pietro per vestire Paolo, voterò a favore pur pensando che un’ordinanza di un tribunale civile si pone in contrasto con la maggioranza degli elettori ferraresi – chiude Franchini dimenticando il principio di separazione dei poteri che regge ogni democrazia -. Questo lo diremmo nelle piazze, senza dimenticare di ringraziare Asgi per l’opportunità politica che ci ha dato”.

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