Alla scoperta di Ponte e del Po con Officina A_ctuar
Il 3 maggio a Pontelagoscuro spettacoli, giochi, itinerari e mostre in piazza Buozzi per scoprire la storia del vecchio borgo affacciato sulle sponde del Po
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Un viaggio teatrale nell’abisso dell’animo umano, attraverso la leggendaria caccia alla balena bianca. Questo è Moby Dick che approda al Teatro Comunale Abbado di Ferrara dal 2 al 4 maggio
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Mercoledì 30 aprile, il Jazz Club Ferrara celebra la Giornata Internazionale del Jazz con un evento speciale: la consegna del premio intitolato a Emanuele Rossi, inoltre in cartellone per questa occasione Giulia Barba con il progetto La Grazia dell’Informe
Giuseppe Gibboni
Primo italiano dopo 24 anni a vincere il prestigioso premio Paganini, Giuseppe Gibboni è il protagonista del concerto con cui mercoledì 9 febbraio alle 20.30 prosegue la stagione di Ferrara Musica 2021/2022.
Il Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado” ospiterà questo atteso appuntamento, in cui il giovane violinista suonerà in duo con il pianista francese Ingmar Lazar, in un programma che presenta musiche di Brahms, Paganini, Wieniawski e Schnittke.
L’evento rientra nell’espressa volontà della direzione artistica di Enzo Restagno di valorizzare i giovani esecutori che con grande evidenza si stanno affacciando alla ribalta internazionale: dopo Gibboni, il 22 febbraio toccherà al pianista Alexander Gadjev (vincitore del secondo premio e del premio speciale Zimerman al Concorso Chopin 2021, 22 febbraio) e il 6 aprile a Jae Hong Park (vincitore del primo premio al Concorso Busoni 2021).
Gibboni ha vinto il celebre concorso internazionale intitolato a Paganini aggiudicandosi tutti gli altri premi previsti: la migliore esecuzione di un Concerto, la migliore interpretazione di un Capriccio, il premio del pubblico e ha avuto l’onore, come è consuetudine per i vincitori, di esibirsi sul violino di Paganini stesso, il Guarneri del Gesù del 1743 soprannominato “Il Cannone”. Ha detto di lui Salvatore Accardo: «È uno dei talenti più straordinari che abbia conosciuto. Possiede un’intonazione perfetta, una tecnica strabiliante in tutti i suoi aspetti, un suono molto affascinante e una musicalità sincera». Salernitano, nato in una famiglia di musicisti, prima del concorso genovese Gibboni si era già affermato vincendo il primo premio Concorso Internazionale “L. Kogan” di Bruxelles nel 2017 e il terzo premio (con primo non assegnato) al Concorso Internazionale “George Enescu” di Bucarest. Recentemente ha debuttato all’Accademia di Santa Cecilia, diretto da Marcello Viotti, eseguendo il celebre Concerto per violino e orchestra op. 35 di Čaikovskij.
Definito da Classica Magazine come un “pianista dalla presenza magnetica ”, il pianista Ingmar Lazar è apprezzato a livello internazionale per le sue esibizioni espressive e commoventi, nonché per la sua tecnica brillante, e si è affermato come uno dei più apprezzati musicisti francesi della sua generazione.
Il concerto si apre con la Sonata n. 3 in re minore op. 108, la terza e ultima Sonata per violino e pianoforte di Brahms. Traboccante di idee, la pagina si distingue dalle precedenti per il piglio più esuberante, incisivo, spesso incline al virtuosismo (soprattutto nella parte pianistica), caratteristica che ha garantito negli anni la diffusione e l’apprezzamento del pubblico.
A seguire Gibboni eseguirà una selezione dai Capricci op. 1 di Paganini: i numeri 1, 5 e 24. Considerati tra le composizioni più virtuosistiche scritte per il violino, i ventiquattro Capricci furono pubblicati nel 1820. Di carattere estremamente virtuosistico, prevedono una grande varietà di tecniche violinistiche come picchettati, ricochet, ottave, decime e pizzicati con la mano sinistra e hanno segnato un punto di svolta nella letteratura e nello studio del violino.
Si prosegue con le Variazioni su un tema originale op. 15 di Wieniawski, tra i più acclamati violinisti del Novecento e capostipite della scuola violinista polacca. Scritto originariamente per violino ed orchestra, il brano risale al 1854 ed ebbe come dedicatario Raymond Dreyschock. Nella forma del tema con variazioni vengono inseriti da Wieniawski numerosi espedienti virtuosistici, alla luce di un’emotività spiccatamente romantica.
Penultima pagina in programma, A Paganini di Alfred Schnittke evoca un’immagine oscura e ultraterrena del celebre violinista e compositore, punteggiando la scrittura virtuosa e spesso dissonante con frammenti delle opere originali. Il concerto si chiude con un brano celeberrimo, La Campanella, ovvero il terzo movimento (Rondò) dal Concerto n. 3 per violino e orchestra di Paganini.
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