Con La Comune “Il delitto Matteotti” di Vancini alla Sala Estense
Venerdì 17 maggio alle ore 20.30 alla Sala Estense verrà proiettato il film “Il delitto Matteotti” (Italia, 1973) di Florestano Vancini, con Franco Nero e Mario Adorf
Venerdì 17 maggio alle ore 20.30 alla Sala Estense verrà proiettato il film “Il delitto Matteotti” (Italia, 1973) di Florestano Vancini, con Franco Nero e Mario Adorf
Martedì 21 maggio alle ore 17 presso la Sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via delle Scienze, 17) Ferrariae Decus Ets ricorda l'architetto Michele Pastore
Venerdì 17 maggio alle ore 17:30, presso la libreria Libraccio di Ferrara, Alessia Dulbecco presenta “Si è sempre fatto così! Spunti per una pedagogia di genere” (Tlon)
Il Museo di Casa Romei partecipa con una conferenza pomeridiana e con l’apertura serale straordinaria alla Giornata Internazionale dei Musei, promossa dal Comitato Internazionale dei Musei (Icom) e prevista per sabato 18 maggio
La telemedicina e il rapporto medico-paziente sono al centro dell’ultimo appuntamento del ciclo di “Anatomie della mente - Conferenze dei Giovedì di Psicologia”
“Il Giardino dei Finzi Contini fa parte della mia vita. Mi è capitato non so quante volte di ‘accompagnarlo’ in giro per il mondo: proiezioni, anniversari. Ricordo la prima a Gerusalemme con l’allora prima ministra Golda Meir. Per tutta la durata del film, in sala c’era stato un silenzio irreale, non si percepiva un movimento. De Sica era molto teso, pensava: ‘Ecco, non è piaciuto’. In realtà, quando si sono accese le luci, ci siamo accorti che erano tutti in lacrime”.
Lei è Dominique Sanda, la Micol de ‘Il Giardino dei Finzi-Contini’ che quest’anno, l’11 marzo, compierà 71 anni, in un 2022 che segna diverse ricorrenze, i 60 anni dall’uscita della prima edizione del libro-capolavoro del ferrarese Giorgio Bassani e i 50 anni dal premio Oscar del film, ispirato al libro, a firma di Vittorio De Sica.
Dominique Sanda – che è tornata a parlare del film anche nel documentario ‘Il giardino che non c’è’ , presentato allo scorso Torino Film Festival – nel numero di ‘F’ uscito oggi nelle edicole rivela alla giornalista Enrica Brocardo molti dettagli e retroscena sulla pellicola: “Come fu lavorare con De Sica? Era molto felice di girare un film con attori giovanissimi, in un certo senso ci poteva forgiare proprio perché avevamo poca esperienza. Lui amava lavorare con non professionisti, persone vere, quindi si trovava nel suo. Per me, fu come entrare a far parte di una famiglia. Vittorio era una persona deliziosa”. L’attrice spiega anche la sua idea di cinema (“per me – dice – deve aprire le porte a un bel viaggio, il mestiere di noi attori è comunicare la felicità del vivere”), ricorda l’amica Lina Wertmüller (“Avrei voluto incontrarla l’ultima volta che sono stata a Roma ma mi avevano detto che non stava bene) e descrive anche la sua nuova vita in Uruguay, dove si è trasferita col marito, il filosofo di origini romene Nicolae Cutzarida. Ma il suo futuro torna a incrociare l’Italia, è infatti in uscita “Il paradiso del pavone”, film di Laura Bispuri presentato a Venezia, che la vede di nuovo in scena: “Nonostante la pandemia, ho vinto le paure e sono partita per l’Italia. Sentirmi voluta come attrice, per me, è fondamentale. Il mio è un mestiere fragile, come un cristallo. Il cinema è l’arte che assomiglia di più alla vita, risente di ogni minima vibrazione. Come è cambiato il mio rapporto con la recitazione? Mi manca il silenzio. Una volta i registi dicevano: ‘Silenzio, motore, azione!’. Tutti si zittivano. Era come una cerimonia, una ‘comunione’. Oggi, mentre giri una scena, la gente intorno parla al cellulare. Il rumore è una droga, sui set come nella vita. Ma è solo nel silenzio che si può creare”.
“Al di là delle controversie che hanno accompagnato il film di Vittorio De Sica e al suo adattamento cinematografico de ‘Il Giardino dei Finzi Contini’ del 1970 una cosa è certa: la figura di Micol Finzi-Contini, così come Helmut Berger nel ruolo di Alberto, è consolidata nella storia – dice l’assessore alla cultura Marco Gulinelli -. Quella di Dominique Sanda è una straordinaria interpretazione e una altrettanto straordinaria carriera cinematografica mondiale. Sanda è musa e indimenticabile protagonista di uno dei capolavori della letteratura del ‘900, scritto da Giorgio Bassani. La figura di Micol ‘aleggia’ nei palazzi del centro storico, nel giardino che non c’è, nelle mura che circondano Ferrara, nel cimitero ebraico e in tutti quegli spazi dove i confini tra finzione e realtà scompaiono. Se pensi o immagini Micol Finzi-Contini pensi al volto della Sanda consolidando l’idea di come il romanzo di Bassani e la sublime interpretazione dell’attrice francese possano influenzare il modo di immaginare la città”.
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