Comacchio
14 Gennaio 2022
Lo chiede con una interrogazione Sandra Carli Ballola de La città futura-M5S

Quale futuro per la vallicoltura a Comacchio?

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Quale futuro per la vallicoltura a Comacchio? Lo chiede con una interrogazione all’amministrazione Sandra Carli Ballola de La città futura-M5S alla luce di due fatti.

“Il primo è che quest’anno – spiega Carli Ballola -, forse per la prima volta nella storia di Comacchio, il Comune insieme al Parco del Delta del Po, non è stato in grado di effettuare la tradizionale vendita promozionale natalizia di anguille, per la scarsa disponibilità della regina delle valli”. Il secondo è che nella presentazione del Dup (documento di programmazione per gli anni 2022-24) avvenuta nell’ultimo consiglio comunale di dicembre scorso, “l’amministrazione Negri ha deliberato che l’esternalizzazione della pesca ad altri soggetti (anche privati), con tutte le attività ad essa correlate è attualmente oggetto di valutazioni concrete finalizzate a definire la formula di affidamento più idonea”.

A questo si aggiunge il progetto di una fondazione per la gestione dell’intero comparto vallivo in cui “il Comune di Comacchio manterrà il controllo con il 51% della proprietà, di cui farà parte l’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po, ma che allo stesso tempo sia aperta alla partecipazione di uno o più soci operativi privati, e ad altri soggetti privati interessati (Istituti di Credito del territorio, Assicurazioni, ecc.)”.

Per la consigliera “prima di effettuare qualsiasi scelta, si deve approfondire l’analisi dello stato delle cose chiarendo preliminarmente se si ritiene che la governance dei beni comuni delle valli debba rimanere in capo al Comune e al Parco”.

E chiarendo che “qualsiasi ipotesi di tutela e valorizzazione non può non passare che dal ripristino della semina e dell’allevamento dell’anguilla in primis”.

“L’identità storica e culturale della nostra città è strettamente legata alla vallicoltura – fa presente Carli Ballola -, praticata per secoli in un habitat che necessitava di continui lavori di mantenimento e salvaguardia, dai livelli salini dell’acqua, ai dossi, agli argini, ecc.”.

Per questi motivi la Città futura chiede che si costituisca “un competente tavolo di lavoro e di studio sul tema, prima di ogni decisione”.

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