Economia e Lavoro
11 Gennaio 2022
L'associazione lancia l'appello a favore dei risparmiatori ex Carife ai quali viene contestata in questi giorni la richiesta di risarcimento inoltrata al Fir

Amici Carife: “No ai rigetti degli indennizzi per gli azzerati, intervenga la politica”

di Redazione | 3 min

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Marco Cappellari di Amici di Carife

A molti azzerati dell’ex Carife stanno arrivando in questi giorni i rigetti delle rispettive domande di indennizzo al Fir (Fondo Indennizzo Risparmiatori) ed è per questo che l’associazione Amici della Carife ha voluto lanciare due appelli, il primo ai risparmiatori azzerati “bocciati”, il secondo alla politica.

E’ il presidente dell’associazione, Marco Cappellari, a spiegare cosa è avvenuto e sta avvenendo, tra buone e cattive notizie, a chi si è visto azzerare azioni e obbligazioni in seguito all’ormai nota vicenda dell’ex Cassa di Risparmio di Ferrara. La buona notizia è che “nel silenzio più totale” già migliaia di ferraresi hanno ricevuto il bonifico con l’indennizzo da parte della Consap, cioè l’entità del Ministero dell’economia che gestisce il Fir, per decine di milioni di euro (per un 30% delle perdite subite, come previsto dalla legge che ha istituito il Fir finanziandolo per 1,5 miliardi di euro a favore dei risparmiatori di 6 banche). La brutta notizia invece riguarda il rigetto di altre migliaia di domande presentate con contestazioni diverse a seconda del canale scelto (erano due) per presentare domanda.

“Per il canale dell’indennizzo forfettario – spiega Cappellari – fra i requisiti era richiesto di dimostrare di possedere meno di 100mila euro di patrimonio immobiliare, ed è proprio la mancanza di questo requisito che viene contestato senza però che venga indicato l’iter per opporsi alla contestazione o per passare al secondo canale, quello delle vittime di “violazioni massive” che i risparmiatori devono dimostrare di aver subìto dalle rispettive banche. Anche per chi ha scelto fin da subito questo secondo canale stanno arrivando complicazioni, dato che a molti stanno giungendo richieste di documenti assolutamente incomprensibili e super tecniche, nelle quali si chiede di dimostrare la “truffa individuale della banca nei confronti del risparmiatore” rispondendo entro 60 giorni per evitare il rigetto della domanda. Quasi nessuno sa rispondere a questa richiesta. Il rischio, insomma, è che migliaia di ferraresi vengano ‘bocciati’ in un modo o nell’altro”.

Un primo appello gli Amici della Carife lo lanciano proprio ai risparmiatori: a quelli del primo canale, in caso di rigetto della domanda, il suggerimento dell’associazione è di opporsi o chiedere di passare al secondo canale; agli azzerati che hanno presentato domanda scegliendo il secondo canale, l’appello è di rispondere alle contestazioni assolutamente entro i 60 giorni in quanto si rischia il rigetto.

Ma è soprattutto alla politica che gli Amici della Carife si rivolgono chiedendo un sostegno per tutti quei risparmiatori ex Carife che rischiano di veder sfumare anche la possibilità di quel 30% di indennizzo conquistato a suon di dure battaglie. “Sulla questione – riferisce Cappellari – abbiamo allertato e interessato il sindaco di Ferrara e diversi deputati affinché dicano un ‘no’ deciso ai rigetti e chiarisca al Consap quali siano state, per il canale delle violazioni massive (un termine inventato per chi ha subìto truffe), le situazioni specifiche e particolari del caso ferrarese e della necessità di ritirare le complicatissime richieste di ulteriore documentazione, tenendo presente che ci siamo battuti per essere riconosciuti come vittime di ingiustizie e non come truffati allo sportello , dunque azzerati e non truffati. Inoltre chiediamo alla politica di farsi carico della nostra richiesta di riaprire i termini per permettere la presentazione delle domande anche a chi non è riuscito a presentarle nei mesi terribili del Covid”. Le domande, infatti, andavano presentate entro il 18 giugno del 2020 in piena pandemia, “con grande difficoltà per molti a uscire di casa o rivolgersi agli uffici”, essendo praticamente impossibile raccogliere documenti e informazioni e recarsi da associazioni, avvocati, banche.

“I soldi ci sono – dichiara Cappellari – e si sa che i 1.575 milioni del Fir sono più che sufficienti per indennizzare tutti gli azzerati. Peraltro, siccome rimarrà una somma importante, chiediamo che questa venga redistribuita per dare ulteriore sollievo ai risparmiatori oltre a quel 30% del prezzo d’acquisto di azioni e obbligazioni che la stessa legge istitutiva del Fir prevede possa essere aumentata”.

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