Eventi e cultura
31 Dicembre 2021
Il vescovo Perego: “Un atto di verità e giustizia nei confronti del compositore”. Nel 2021 l'Orlando Furioso

Pace fatta tra Chiesa e Vivaldi. Il Farnace esordisce al Comunale di Ferrara

di Redazione | 3 min

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(foto di Marco Caselli Nirmal)

Era il 1739 quando l’arcivescovo di Ferrara proibì il ‘Farnace’ accusando di immoralità il musicista. L’opera del Farnace, in scena per la prima volta nell’edizione scritta per la città in occasione del Carnevale ferrarese del 1739, non era mai andata in scena per un divieto ecclesiastico dell’allora legato pontificio.

Il duro ‘no’ del cardinale Tommaso Ruffo segnò la fine del compositore veneziano. Quel divieto impoverì e debilitò Vivaldi, conducendolo alla morte appena due anni dopo. Dopo quasi tre secoli ecco al Teatro Comunale l’esecuzione “riparatrice“ alla presenza dell’arcivescovo Gian Carlo Perego.

All’incontro introduttivo all’opera al Ridotto del Teatro “Claudio Abbado” hanno partecipano il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli, il regista Marco Bellussi e Francesco Pinamonti (maestro del coro dell’Accademia dello Spirito Santo).

“Siamo molto felici di presentare quest’opera perché abbiamo il migliore direttore che possiamo immaginare per Vivaldi – afferma il direttore artistico Marcello Corvino -. Volevo ringraziare l’arcivescovo di Ferrara per essere venuto qui. E’ un amico del teatro Abbado, è uomo di cultura, non è qui per chiedere scusa di niente. E’ bello che sia qui perché testimonia l’interesse culturale nei confronti delle nostre produzioni”.

Corvino anticipa anche che nel 2023 il Comunale realizzerà l’opera “Orlando Furioso”, sempre di Vivaldi, mentre al vescovo viene regalata una partitura del Farnace con la dedica dei protagonisti.

Per restare in tema Settecento, Vittorio Sgarbi annuncia invece la volontà di portare a Ferrara in mostra la collezione del cardinale Ruffo, “riportandola nel suo palazzo vescovile per dare seguito al Farnace a Ferrara dopo 300 anni”.

Perego propone, sempre nel solco della riscoperta di Vivaldi, di mettere in scena il “Catone in Utica”, con testo di Pietro Metastasio: “il grande musicista, come testimonia una lettera del 1737 al marchese Guido Bentivoglio, avrebbe voluto portarlo in scena nel Teatro di Ferrara. Vorrebbe dire realizzare un altro grande desiderio del ‘prete rosso’, del grande musicista veneziano. Un nuovo atto di giustizia e di amore all’arte e alla musica”.

“La rappresentazione di stasera dell’opera di Vivaldi – aggiunge il vescovo – dimostrano che l’intelligenza e l’arte, le fede in musica, insieme alla giustizia si fanno sempre strada. Ma rimane vera l’affermazione, più volte ripetuta da Papa Francesco, e che si rifà a un detto del Siracide: Ne uccide di più la lingua della spada”.

Il presidente del teatro, Moni Ovadia, in collegamento, ricorda “la volontà di proseguire in questo progetto vivaldiano, uno dei geni musicali della storia della musica”, mentre Federico Maria Sardelli anticipa, sempre su tema vivaldiano, tornerà presto a Ferrara con “Sacro Vivaldi” spettacolo tra musica e pittura con Vittorio Sgarbi, da mettere in scena il 23 aprile, giorno del patrono della città.

E sul Farnace sottolinea che “metterlo in scena Ia Ferrara è un’occasione storica: per noi è importante riparare a quel torto subito, rendendo finalmente giustizia a Vivaldi”.

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