di Lorenzo De Cinque
Una mattinata diversa dal solito quella di sabato 6 novembre per gli studenti del Liceo artistico “Dosso Dossi” di Ferrara che, nella Sala Estense, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con il filosofo e teologo Vito Mancuso.
L’incontro, promosso dalla professoressa Francesca Boari, rientra nel progetto scolastico che ha visto la lettura del nuovo libro di Mancuso, “A proposito del senso della vita”, fil rouge del dialogo tra gli studenti e il docente universitario.
Dopo i saluti iniziali, la dirigente scolastica Francesca Barbieri ha ribadito l’importanza della lettura per le nuove generazioni sottolineando come “un libro può davvero cambiare la vita”.
La conversazione con Mancuso è partita dal concetto di “anima” che, seguendo una lettura kantiana, “è il luogo giusto dove collocare le cose dette e non c’è civiltà che abbia visto il fenomeno della vita senza che le abbia dato il nome di anima”. Sul senso della vita, però, è ormai atavica la dicotomia tra scienza e filosofia, ma Mancuso mette in evidenza come “per la scienza un essere vivente vive in funzione della specie ma questo basta a dare senso all’esistenza?”. Avvicinandosi maggiormente a ciò che gli studenti apprendono a scuola, Mancuso ha poi spostato il discorso su poeti e scrittori che “sentono l’ispirazione, un nutrimento diverso dal cibo fisico quindi bisogna nutrire sia il corpo ma anche l’anima”.
Molte sono state le domande da parte della platea studentesca. Partendo da una riflessione sul come rendere sensata la diversità in ognuno di noi, il teologo ha sottolineato come “la prima cosa che deve fare la mente è capirla e, allo stesso tempo, citando Pindaro, diventare ciò che siamo perché il senso della vita consiste nell’unione tra senso superficiale e senso profondo”.
Sul fisiologico bisogno di porsi domande, invece, il filosofo invita a “non avere ansia di rispondere a tutte le domande perché basta ascoltare la vita, e non avere paura del vuoto perché ci sono domande che sicuramente non avranno risposta”. Mentre, sul dissidio umano del credere-sapere, Mancuso specifica come “ad esempio, sul vaccino non si tratta di credere ma di sapere quello che dice la comunità scientifica ma ci sono ambiti, come la bellezza, l’amore o l’etica, dove la scienza non basta quindi io credo nel bene e nella bellezza che si uniscono”.
Il filosofo, alla fine, lascia ai ragazzi una parola totem che li accompagni nella vita, ovvero “sincerità perché questa è l’origine della vita spirituale”. Allo stesso tempo, l’invito è quello ad “arricchire il vostro linguaggio perché più avrete un vocabolario ampio, più saprete capire le sfumature della realtà”.
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