Politica
1 Novembre 2021
Il presidente regionale Arci stigmatizza l'attacco alla consigliera di opposizione che aveva posto dubbi sulla qualità delle scelte: "Non si accontentano di decidere ma vogliono essere osannati"

“Bullismo istituzionale da Sgarbi e Gulinelli”: Maisto difende la Baraldi sulle mostre

di Redazione | 2 min

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Massimo Maisto e Vittorio Sgarbi

“Inguaribile narcisismo”, “bullismo istituzionale”, “gigantesca coda di paglia”. Sono solo alcune frasi con le quali Massimo Maisto, ex assessore e attuale presidente Arci Emilia-Romagna, ‘bolla’ la conferenza stampa di presentazione del programma di mostre previste a Ferrara per i prossimi anni. Presentazione che è stata, per il presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi e per l’assessore Gulinelli, l’occasione per rispondere e replicare polemicamente alla consigliera di opposizione Ilaria Baraldi in merito ai suoi dubbi sulla qualità delle scelte.

Maisto si dice “sconcertato” per quanto avvenuto in conferenza stampa: “I due relatori invece di approfondire le loro scelte culturali e di mostrare la qualità delle proposte hanno speso molto tempo ad attaccare una consigliera dell’opposizione che in sede istituzionale ha fatto il proprio dovere: incalzare l’attuale Amministrazione nell’ottica che si possa (si debba) fare di più e meglio. A memoria non ricordo una conferenza stampa istituzionale (ripeto una conferenza stampa, non un dibattito in consiglio o in commissione o un’iniziativa politica) condotta in questo modo”.

Per Maisto le motivazioni sarebbero chiare e semplici. E le elenca in maniera altrettanto chiara: “L’inguaribile narcisismo di chi non si accontenta di decidere (più che legittimamente, avendo vinto le elezioni), ma di chi vorrebbe essere acclamato e osannato ad ogni passo e ad ogni proposta; il noto bullismo istituzionale (è ancora in rete un video dove io, come tanti altri, vengo etichettato come “capra”) per cui si contrattacca in maniera sguaiata chi la pensa diversamente; una gigantesca coda di paglia perché qualsiasi appassionato (senza bisogno di essere addetto ai lavori) può confrontare, per rimanere sulla ferraresità, un periodo in cui sono state proposte straordinarie mostre su Ariosto, Antonioni, Bononi, Previati, Boldini, Cosme Tura, ecc… e le attuali proposte, sicuramente interessanti ma a mio parere non sufficienti”.

“Tralascio – aggiunge e conclude – lo squallore di mettere in contrapposizione Fabbriano e Adelchi Mantovani solo per le proprie finalità peopagandistiche. Chiudo ricordando una cosa: Depero era fascista (come tanti altri artisti e intellettuali del periodo), Italo Balbo è stato Ministro fascista (e fondatore e squadrista etc.), chiunque può cogliere la differenza”.

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