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Si attende la fissazione dell'udienza preliminare del processo per l'incidente mortale in cui perse la vita Miz Mohamed Fawzy Abdou, operaio edile 36enne di nazionalità egiziana, impegnato in un cantiere per la ristrutturazione col Superbonus 110% di un palazzo in via Borgo Punta, al civico 187
"L'idrovia così com'è stata pensata non si farà mai, non sarà mai effettivamente funzionante e sfido chiunque a pensare che le navi di IV classe europee possano passare sotto il ponte di San Giorgio". A dirlo, durante la IV commissione presieduta da Tommaso Mantovani (M5S) è Georg Sobbe titolare de La Nena sas
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Ferrara si dota del "Sistema Agricoltura Ferrara". Bandi e assicurazioni, utilizzo di fitofarmaci, lavoro agricolo e contrasto al caporalato. Questi sono solo alcuni dei temi presenti nel documento strategico sull'agricoltura, redatto per la prima volta dal Comune di Ferrara in sinergia con tutte le associazioni di categoria e le grandi aziende agricole del territorio
Il dirigente della Polstrada Marco Coralli
Uno era una sorta di “pendolare del furto”, dalla Campania si spostava in Emilia-Romagna per rubare semirimorchi. L’altro, invece, era quello che i furti li commissionava, non si sa ancora se per conto proprio o nelle vesti di intermediario.
La Polstrada di Ferrara ha eseguito nella giornata di mercoledì (29 settembre) due arresti a carico di due cinquantenni: uno – Antonio Chierchia, già arrestato a marzo per furto di un camion carico d’acciaio semilavorato – è finito in carcere a Salerno; l’altro, Gaetano Zuppardo, anche lui autotrasportatore, è ai domiciliari a Bologna, dove risiede.
Tutto è nato – raccontano il vice questore aggiunto Marco Coralli, dirigente della Polstrada, e l’ispettore Fabio Zaccarini – a fine gennaio di quest’anno, quando gli agenti hanno notato strani movimenti in un deposito in via Bologna.
E lì, infatti, un mezzo pensate, una cella frigorifero piuttosto costosa, guidata dal 50enne campano faceva strane manovre. Quando i poliziotti hanno deciso di vederci meglio, hanno capito di aver fatto centro: quel mezzo era risultato rubato il giorno prima, il 27 gennaio, a Cesena. Ma anziché intervenire subito, hanno deciso di aspettare per vedere cosa sarebbe successo.
Da sinistra: l’ispettore Fabio Zaccaria e il dirigente Marco Coralli
Così hanno scoperto che in quel deposito – affittato da un altro autotrasportatore “che però non c’entra nulla, non è coinvolto”, precisano Coralli e Zaccarini – era in corso un processo di ‘clonazione’: quella cella frigorifero doveva diventare la copia perfetta di un’altra, lì parcheggiata, distrutta da un incendio, con tanto di nuovi adesivi della ditta e probabilmente trasposizione del numero di telaio. C’era tutto il necessario: i loghi, la colla, il phon, il muletto per eseguire le operazioni in alto.
I poliziotti, coordinati durante tutta l’indagine dal pm Ciro Alberto Savino, si sono mantenuti costantemente sulle tracce dei due, anche con intercettazioni e pedinamenti, scoprendo in diretta anche un secondo furto: quello del carico di acciaio.
“L’esame dei telefonini – spiega Zaccarini – ci ha permesso di capire un po’ tutte le relazioni tra le persone coinvolte”.
“Rubavano i camion, i rimorchi, i semirimorchi anche con tutto il carico e poi smerciavano tutto – afferma Coralli -. Organizzavano i furti in Emilia-Romagna, ma non solo, anche su commissione”.
Una volta ricostruito il quadro delle loro attività – autotrasportatori di professione che non disdegnavano di impossessarsi dei mezzi di altri colleghi e ditte – a conclusione dell’operazione denominata “Cargobull” (dalla marca dei semirimorchi) la procura ha chiesto al giudice l’applicazione di misure restrittive della loro libertà.
Il gip ha dato l’assenso, ma ha anche contemporaneamente disposto che tutto il fascicolo e tutte le carte passino per competenza al tribunale di Forlì, visto che tutto è iniziato da quel furto compiuto a Cesena.
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