Gianni Fava
Assolto per non aver commesso il fatto. Si conclude così il processo davanti al tribunale di Ferrara per Giovanni Fava, ex patron della Baltur, finito alla sbarra per omicidio colposo per la morte di Giampaolo Brugioni, operaio deceduto a causa di un mesotelioma pleurico che per la procura e la famiglia venne causato dalle fibre di amianto respirate nella fabbrica centese.
La sentenza del giudice Sandra Lepore, il cui dispositivo è stato letto in aula martedì, rispecchia la richiesta della difesa di Fava, assistito dagli avvocati Marco Martines e Alessandra Melandri.
Brugioni lavorò dal 1978 al 1994 alla Baltur, occupandosi di assemblaggio e montaggio dei bruciatori nelle caldaie, manipolando delle guarnizioni in amianto, oltre che dei guanti in amianto nelle fasi di test dei bruciatori. Per l’accusa tutto questo avveniva senza che vi fosse un adeguato sistema di aspirazione delle polveri e per questo la pm aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per Fava.
“Abbiamo portato elementi di prova tali da escludere la responsabilità di Fava e qualsiasi coinvolgimento di Baltur nella malattia del signor Brugioni”, spiega l’avvocato Melandri.
Un dato che probabilmente è stato fondamentale nel far cadere l’ipotesi accusatoria, sostenuta in giudizio dalla pm Isabella Cavallari (che ha ereditato il fascicolo dal collega Giuseppe Tittaferrante), è stato che l’esame autoptico ha evidenziato la presenza nei polmoni di Brugioni in prevalenza di un tipo di fibre di un amianto non utilizzato alla Baltur, ma in altre aziende presso le quali l’operaio aveva lavorato in precedenza (Soimi, Riva Mariani ed Eridania).
In ogni caso bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, che depositate a 90 giorni, per capire il percorso fatto dal giudice per escludere la responsabilità di Fava: è anche possibile, ad esempio, che venga riconosciuto il nesso causale tra l’insorgenza del mesotelioma e l’esposizione all’amianto alla Baltur, ma in un periodo in cui Fava non era ancora amministratore. “È verosimile – spiega l’avvocato Martines – che il giudice abbia ritenuto che il periodo di ‘maturazione del mesotelioma’ fosse precedente all’inizio della gestione Fava, ma dobbiamo aspettare le motivazioni. Quello che si può dire è che il fatto c’è stato, ma le responsabilità vanno cercate in altri soggetti”.
La famiglia di Brugioni si era costituita parte civile nel processo, assistita dall’avvocato Daniela Boscolo.
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