Attualità
20 Settembre 2021
Nonostante la richiesta di oltre 800 iscritti Unife mantiene ferma la linea della didattica prevalentemente online

Medicina. Gli studenti: “Siamo fermi a marzo 2020”

di Redazione | 3 min

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“Dopo un anno e mezzo di pandemia, mentre l’Italia si risveglia da quello che è parso un incubo senza fine, gli unici rimasti ancora in letargo sono alcuni studenti di Medicina di Ferrara, in particolare quelli del II e III anno”.

È la lettera firmata da 836 studenti e studentesse per un ritorno alla normalità. Una richiesta finora ignorata dall’Università di Ferrara e che ora diventa pubblica.

“Finora la priorità di tutti è stata la salute, in nome della quale abbiamo messo da parte la nostra normale vita accademica – spiegano -. Ad oggi, però, questa situazione può e deve cambiare: ci sono finalmente le condizioni per un rientro in aula (come sottolineato anche dal Decreto Legge del 06/08/2021), con la possibilità di attuare quindi una vera didattica mista”.

Ma, nonostante ciò, “anche quest’anno l’Ateneo di Ferrara mantiene ferma la linea della didattica prevalentemente online, ignorando completamente le richieste della componente studentesca e i passi avanti fatti nella gestione della pandemia (come vaccini e green pass)”.

E allora sorgono domande: “Perchè allora siamo ancora costretti a seguire le lezioni dalla scrivania delle nostre stanze? Com’è possibile che la maggior parte delle università si stia organizzando per un ritorno alla normalità, mentre noi rimaniamo fermi marzo 2020?”.

Gli studenti cercano “un punto di incontro con la nostra università, con la quale abbiamo ormai perso ogni forma di contatto umano: vogliamo riavere, anche in parte, quei momenti di dialogo e di confronto tra colleghi e professori, che invece di tenersi nelle aule o nei reparti, ora si tengono solo dietro a dei freddi schermi. Il nostro intento non è neppure lontanamente quello di vivere da fuori sede: noi vogliamo solo poter tornare in aula”.

Gli iscritti di Medicina e Chirurgia si chiedono anche “come si possono formare medici che non hanno praticamente mai avuto la possibilità di vivere la medicina guidati dalla passione dei professori e dalla condivisione con i compagni?”.

Tramite i rappresentanti è già stata portata all’attenzione del Consiglio di Corso la volontà di una didattica mista espressa dagli 836 firmatari: “con questa proposta ufficiale, sottoscritta da quasi mille persone, le aule non sarebbero piene al 100%, garantendo quindi la sicurezza, che anche a noi studenti sta molto a cuore. Tuttavia, la risposta dell’università è rimasta sempre la stessa: lezioni registrate”.

“Come si possono ignorare i bisogni di chi vive le difficoltà della DAD ogni giorno? Come si può, dopo due anni, continuare a negare l’accesso ad un’istruzione completa a noi, futuri medici?” riprendono gli studenti, che spiegano che “gli strumenti per tornare in presenza ci sono, e lo si può vedere da come si sono organizzati la maggior parte degli atenei italiani: ci sono app di prenotazione, divisione in gruppi, turnazioni settimanali”.

Cosa manca a Ferrara allora? “Forse solo la volontà di ascoltare studenti e studentesse, senza cui l’ateneo non esisterebbe nemmeno. Vogliamo dunque risposte, vogliamo il diritto allo studio che ci spetta”.

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