
Dario Bernardi ed Enrico Belletti
Portomaggiore. La residenzialità storica c’è, moderata per non incappare in condanne come accaduto invece a Ferrara. Arriva a stretto giro la replica di Dario Bernardi, assessore e candidato sindaco di Portomaggiore alla proposta (e alle punzecchiature) dell’avversaria Elisa Cavedegna.
Si parla, ovviamente, di alloggi popolari e relativi regolamenti di accesso. “Il criterio di residenzialità storica per l’assegnazione degli alloggi popolari a Portomaggiore c’è già da quasi 10 anni – dice Bernardi -.È un buon correttivo per riequilibrare alcune storture ed ha funzionato. Certo, è stato introdotto con buon senso e con dei limiti, perché non può essere l’unico criterio: se si esagera si penalizzano completamente i giovani (anche italiani) e oltretutto, come appena accaduto a Ferrara, si può incorrere nella condanna di un giudice per motivi di discriminazione. Dopo è tutto da rifare”.
A dargli manforte è Enrico Belletti: “Il regolamento di assegnazione delle case popolari ha il compito di fornire un alloggio a chi si trova in condizioni di svantaggio economico. La residenzialità storica può esserci, ma attribuirgli punteggio illimitato a discapito di tutto il resto è stato dichiarato incostituzionale da una sentenza del gennaio 2020 nei confronti della Regione Abruzzo, e a Ferrara c’è stato un caso analogo che ha causato poi la necessità di rifare il regolamento”.
Bernardi chiude sull’accesso all’asilo nido: “Siamo perfettamente d’accordo che i servizi devono essere dedicati a tutti ed è la necessità del servizio, e non solo il reddito, a dover determinare l’accesso: è precisamente quel che accade già da tempo con il regolamento attuale del nido, infatti se entrambi i genitori lavorano, il punteggio è più alto. Il criterio del reddito interviene solo dopo, quando c’è da calcolare la rata mensile: qui serve progressività e chi ha di più paga di più”.
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