Faccio il sovversivo
28 Agosto 2021

Le vite parallele della Cirinnà e della Sinistra

di Faccio | 2 min

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Vite parallele. Da una parte si vorrebbe rappresentare le lavoratrici e i lavoratori, difendere i loro diritti e indignarsi di fronte al “padrone” che tratta male i propri dipendenti, dall’altra si fa esattamente il contrario, si attaccano i lavoratori, si infangano i loro diritti e ci si comporta esattamente come il “padrone”.

Quanto accaduto alla senatrice Pd che dovrebbe essere di sinistra, ha dell’incredibile.

Non parlo dei 24.000 euro in contanti ritrovati nella cuccia del suo cane nella villa di Capalbio.

Non me la prendo con la senatrice.

E nemmeno con il Pd, che senza lo “sfascia carrozze” ha guadagnato in credibilità.

Ma parole come, ortolana, lavandaia e cuoca, usate in questo modo non si sentivano dal primo Novecento.

Per questo vite parallele, perché completamente staccati dalla realtà.

Bene che la senatrice abbia chiesto scusa, ma ora si riparta da qui, dove in realtà mancate da troppo tempo.

Mancate da troppo tempo davanti alle fabbriche, davanti agli stabilimenti di tutte quelle multinazionali che quando si esce a fine turno non si sa nemmeno se si è maschio o femmina.

Mancate nei cantieri dove lavorano i muratori che salgono sui tetti, i muratori che a sessant’anni salgono sui tetti senza protezioni adeguate, mancate davanti ai ristoranti, di notte, all’ora di chiusura per vedere le facce di quelli che hanno cominciato il turno alle ore 15, per chiedere come stanno e se sono regolarmente retribuiti, ma anche per capire come vengono trattati.

Mancate davanti ai licei e alle scuole perché la politica sia anche e soprattutto dei giovani.

Mancate nel non dire niente di sinistra, con un programma di sinistra, che dica qualcosa di sinistra.

Mancate nel non dire chiaramente di aumentare le tasse ai ricchi, che tra l’altro essendocene pochi aumenterebbe il consenso.

Non dite che occorre il salario minimo,

Non dite di voler dare un sussidio ai più poveri.

Dal 1994 si è cercato consenso al centro e nella classe media e i “poveri” sono stati lasciati in bocca alle destre perché “troppo esigenti e fastidiosi” senza capire che votavano come tutti gli altri.

Essere centristi o di destra non è difficile.

È difficile essere di sinistra perché bisogna combattere e spiegare a certa gente che il nemico non è il migrante che arriva dall’Africa, a volte il nemico è molto più vicino di quanto non sembri.

Senza timore e senza tante strategie elettorali, perché è questo essere di sinistra, cambiare lo stato delle cose presenti.

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