Attualità
28 Luglio 2021
Minacce, offese e recensioni negative per il locale di via XX Settembre. Lo chef Giovanni Maria Ragazzi: "La tempesta passerà, ma lascerà i suoi strascichi a livello turistico"

Al ristorante col green-pass. Lo shitstorming si abbatte su I Piaceri di Lucrezia

di Redazione | 4 min

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È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

di Davide Soattin

È stata una vera e propria campagna di shitstorming quella che si è attivata contro il ristorante ferrarese I Piaceri di Lucrezia di via XX Settembre, dopo che lo chef Giovanni Maria Ragazzi ha voluto attraverso la pagina Facebook del locale mostrare il proprio green pass e quello dei suoi dipendenti per “puro senso civico” nei confronti dei clienti.

Un’iniziativa ripresa anche dal nostro giornale con un articolo che ha scatenato una serie di commenti dispregiativi negativi nei confronti dell’attività, tra minacce, offese e auspici di ogni tipo e genere rivolti al personale e al ristorante.

Da chi si augura che “non venga più nessuno nel vostro locale” a chi apostrofa i proprietari come “Covidioti totali e globalisti servi di uno Stato assassino” fino a chi spera “che chiudiate per fallimento ” e li mette in guardia perché “perderete tanti clienti” con la pagina di Ferrara Libera, lista civica di destra alle passate elezioni amministrative, che ricondivide l’articolo e tuona “chi sta dalla parte del governo non sta col popolo“.

Ma il peggio di sé, i no-green pass l’hanno dato attivandosi in una vera e propria macchina del fango attraverso le recensioni su Google – un centinaio e tutte con una stella – che nel giro di una giornata hanno letteralmente contribuito a far crollare la valutazione del locale, da un livello di apprezzamento in classifica pari a 4.9 a 4.4.

“Il ristorante – spiega Giovanni Maria Ragazzi – riceve cento recensioni solitamente in due mesi e non in ventiquattro ore ed è del tutto evidente che ci sia un’anomalia. Ci sono stati tanti clienti che hanno preso le mie difese, ma anche molta gente non di Ferrara, tra cui diversi profili falsi, che ha condiviso a livello nazionale l’articolo col solo obiettivo di colpirmiÈ un qualcosa di inspiegabile perché le persone non vogliono ascoltare“.

E aggiunge: “Anzi, alcuni sembra che non abbiano neanche letto l’articolo. C’è una regola da applicare e ho solamente detto che da noi sarà possibile venire tranquillamente, ma che dal 6 agosto sarà obbligatorio chiedere il documento. Ed è per questo che lo farò, non per altro. Non ho studiato all’alberghiera per chiedere dei documenti, sennò facevo un altro lavoro.  Però è un onere, come tanti altri, che si è aggiunto, e io devo verificare che chi mangia al chiuso abbia il green pass“.

“Non sono interessato alla politica e non ho nemmeno la squadra del cuore – sottolinea -. Abbiamo sempre accolto tutti, dando il nostro benvenuto. È una dei primi insegnamenti che ti danno quando intraprendi questo mestiere. Oggi però mi sento dispiaciuto perché vedo in forte sofferenza mia moglie, mia figlia e le tre famiglie dei miei dipendenti. Non sono preoccupato nell’immediato, ma nel lungo termine. La tempesta passerà, ma lascerà degli strascichi soprattutto a livello turistico“.

Alla domanda se qualcuno dei colleghi gli abbia mostrato la propria solidarietà, Ragazzi ha preferito non rispondere, ma ha voluto sposare in pieno le parole di un post Facebook del ristorante La Zanzara di Codigoro, con il proprietario Samuele Bison che si è esposto sulla tematica certificazione verde in modo uguale e ha ricevuto lo stesso identico trattamento da coloro che sono contrari all’obbligatorietà di esibire la carta lasciapassare.

“A proposito del mio post sul green-pass – scrive il titolare del locale codigorese – ma siete tutti impazziti? Credete che sia una nostra decisione? Ho forse detto che sono d’accordo con questa ennesima c*****a che ci farà perdere soldi e ci metterà in difficoltà? Ho deciso io che i miei ragazzi in cucina debbano lavorare con la mascherina con 40 gradi? Ho solo voluto avvertire i miei clienti di cosa il governo ha deciso per tutti noi, anche a noi fanno la multa e fino ai dieci giorni di chiusura. Dall’apertura del ristorante dipende la vita di sei famiglie e noi decidiamo di renderci la vita ancora più difficile?”.

Giovanni Maria Ragazzi però non è nuovo a iniziative di senso civico, tant’è che nel febbraio dello scorso anno, aveva preso le difese della popolazione cinese quando, in piena psicosi, numerose erano state le telefonate dei ferraresi impauriti dalla possibile presenza di ospiti orientali nel locale, a cui lo chef de I Piaceri di Lucrezia aveva risposto sempre attraverso la pagina Facebook del locale di evitare le telefonate perchè i commensali cinesi sarebbero rimasti i benvenuti.

Quello del locale di via XX Settembre non è comunque il primo caso di shitstorming in Italia, dal momento in cui, dopo la decisione di introdurre il green-pass, anche altri ristoranti di Agrigento e Palermo sono stati bersaglio di attacchi mirati con la sola colpa di far rispettare quel foglio di carta col Qr code che a tanti, forse troppi, non va proprio giù.

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