L'inverno del nostro scontento
27 Luglio 2021

Che cos’è una dittatura (una vera)

di Girolamo De Michele | 4 min

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Condivido il post di un’operaia italo-argentina, Marte Manca, che la dittatura l’ha conosciuta davvero (e che in questi giorni è mobilitata con le/gli opera* della GkN). L’infografica in appendice è stata pubblicata il 21 luglio sul Corriere della sera all’interno di un intervento di Paolo Giordano di cui consiglio la lettura.

Ragə con mia madre siamo scappate da un paese con una dittatura militare e mio zio fu sequestrato e portato sugli aerei dei voli della morte. Mia madre fu pestata a soli 28 anni dai militari trascinata fuori dal bus solo perché insegnava, spogliata e li sono stati versati i liquami presa per i capelli e spogliata perché aveva osato criticare i militari al governo con un golpe, accadde nell’estate 1979 governo Videla. Mio padre è stato più volte pestato per avere fatto gli scioperi ai cantieri navali per chiedere le 8 ore e norme di sicurezza sul lavoro dopo che era caduto da un impalcatura ed essersi iscritto al sindacato. Mio zio passò un anno da clandestino per aver costituito un gruppo di operai, comunisti che contestavano Videla e i militari. Mia zia fu torturata, seviziata e stuprata perché nascondeva il cognato sindacalista dei cantieri navali.
In Argentina fino agli anni 80 e oltre sappiamo cosa significa avere le vittime di dittatura in casa raccogliere i cocci dei traumi delle persone care.
La sospensione dei diritti, essere sequestrati dalle case di notte, per strada o in una manifestazione o per un picchetto, all’ uscita da scuola o perché scioperate. Studenti, lavoratori /lavoratrici, intellettuali, insegnanti circa 30 mila desaparecidos furono inghiottiti nel nulla durante la dittatura militare in Argentina. I processi furono lunghi e dolorosi molti furono assolti e altr* aspettano giustizia, le sentenze la mia famiglia dovette aspettare nel 2006 grazie al ricorso dei miei cugini perché la madre, mia zia non riuscì a sentire la sentenza 21 anni di processi per i crimini di una dittatura.
Sono nato fine anni 70 e in quegli anni della dittatura era impossibile solo uscire dal paese perché non potevano i miei usare i documenti per raggiungere l’Europa. Mia madre affrontò 21 giorni di attraversata con me al seguito piccolo negli anni 80 e fu costretta a ritornare indietro per i documenti non regolari.
Non mi pare che stiate vivendo questa situazione ora in Italia qualsiasi sia la vostra posizione sul green pass evitate di fare paragoni inopportuni.
La dittatura è ben altra cosa lo sappiamo noi che siamo scappati insieme ai nostri genitori dai paesi sotto dittature, lo sanno * l * migranti che provengono dalle zone in guerra, con dittature e sanno che cosa vuol dire combattere con i diritti mancati, lo sanno le persone Transgender che combattono per avere la rettifica dei documenti.
Volete discutere sul green pass e le problematiche, fatelo ma non tirate in ballo cose che non stanno accadendo. Se avete questo urgente bisogno di manifestare ieri ci sono state due manifestazioni importanti solo per accennare due recenti una in risposta ai licenziamenti di massa a Firenze e l’altra a cui hanno partecipato in tantissim3 alla manifestazione organizzata a Voghera per chiedere giustizia per Youns El Bossettaoui dalla sorella Bahija che ha indetto la manifestazione.
Nei mesi scorsi abbiamo visto l’assassinio di Adil sindacalista, altro ammazzato in un picchetto ucciso per difendere i diritti sul lavoro di origine marocchina, manifestazione con 5000 persone altra rabbia per un fratello ucciso, le mobilitazioni per difendere i diritti lgbtqia con le mobilitazioni del Pride e ddl Zan, le mobilitazioni femministe del 1 luglio dopo la fuoriuscita della Turchia dalla convenzione di Istanbul.
Sono mesi che siamo nelle strade a mobilitarci per chiedere giustizia e diritti civili, per il lavoro, contro il razzismo, contro i femminicidi.
Partecipate a queste se avete così tanta rabbia, i motivi ne abbiamo per combattere le ingiustizie sociali é mesi che riempiamo le strade e piazze.
Indignatevi perché vengono massacrate le persone lgbtqia ogni tre giorni, vengono uccise le donne ogni tre giorni, vengono massacrate le persone davanti le fabbriche per richiedere di lavorare in condizioni dignitose e lavorare 5 giorni su 7, per i licenziamenti di massa, per morire ammazzati dal razzismo di un assessore che decide della vita delle persone arbitrariamente coperto dall’impunità istituzionale.
Chiedetevi se il green pass tuteli le persone t*.
Di motivi ne abbiamo per rivoltarci e insorgere ma non per la noia de* privilegiat* che blaterano in una piazza che guardano il proprio ego.
La dittatura è ben altra cosa.
Rimaniamo con i piedi per terra poi fate come vi pare sul green pass

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