Politica
25 Luglio 2021
La vicepresidente della commissione Sanità in Senato applaude alla nascita di un'Azienda unica e avverte: "Perché funzioni davvero serve lavorare sulle competenze"

Boldrini (Pd) su fusione Ausl e AouFe: “C’è soddisfazione, ma ora serve la formazione”

di Redazione | 3 min

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“Due sono gli aspetti di soddisfazione, il terzo di monito”. Paola Boldrini, vicepresidente della commissione Sanità in Senato, si esprime così sull’annuncio della fusione tra Ausl e AouFe per la nascita di un’Azienda sanitaria ferrarese unica.

“Il compiacimento – sottolinea – deriva dal fatto che Calamai e Bardasi stanno adempiendo al mandato loro dato dalla Regione poco più di un anno fa, con la loro nomina, sapendo fare fronte comune con l’esperienza della pandemia. Il secondo, è che il
piano è in linea con il Pnrr, ossia con quanto stabilito rispetto al rafforzamento della medicina territoriale: quindi potenziamento dei presidi sanitari esistenti sui territori provinciali, laddove con presidi sanitari si intendono case della salute e ospedali di
comunità indispensabili per le cure primarie e le esigenze di una popolazione sempre più anziana che può trovare ambulatori, cure e terapie compatibili con la domiciliarità”.

La senatrice puntualizza: “Il nostro territorio provinciale, pur essendone provvisto, deve rafforzare i servizi di accesso ai cittadini. In questo modo negli ospedali propriamente intesi per acuzie, a partire dall’hub di Cona, si eviterà il rischio paralisi per eccesso di ricorsi al pronto soccorso, che deve rimanere a disposizione delle sole emergenze con alle spalle il 118. Perché il passaggio a una unica azienda sia efficace si dovranno già da ora monitorare liste di attesa, organici, valutando in corso dell’opera tutte le necessità e gli eventuali disagi che si manifesteranno, così da individuare soluzioni”.

Da qui, la necessità di lanciare il monito: “Perché la fusione funzioni davvero serve lavorare sulle competenze, sulla formazione e valorizzazione del personale e degli specialisti in tutti i presidi territoriali, nessuno escluso. Quindi infermieri di comunità, di cui a Ferrara partirà il secondo corso, ma anche Oss, di cui si ravvisa la sempre maggiore necessità e di cui va riconosciuta la
professionalità. Di qui la proposta di legge da me presentata lo scorso marzo e che confido possa essere convertita in legge”.

“Un primo riconoscimento per gli Oss – prosegue – è arrivato grazie all’approvazione, nei giorni scorsi, dell’emendamento a mia prima firma divenuto ora legge nel decreto Sostegni Bis, per l’inserimento della figura degli Oss nel ruolo socio sanitario. Lo si attendeva da 20 anni. Fondamentale sarà pertanto il ruolo di Unife per la preparazione di professionisti specializzati. Accanto, tutti i livelli istituzionali, enti locali compresi, devono mettere in campo azioni concrete sul fronte sociale”.

Boldrini conclude: “Ci sono ambiti, penso alla salute mentale, e temi e situazioni strettamente connessi alla sanità e in molti casi preesistenti al Covid. Solo così la fusione sarà un grande traguardo per tutti noi. Perché la vera integrazione socio sanitaria vede tutti gli attori in campo. La salute tocca le persone, le famiglie, l’intimità. Per questo bisogna andare verso l’umanizzazione della
sanità, ricordando che non siamo solo corpi da curare”.

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