Lettere al Direttore
1 Luglio 2021

Lidi moribondi. E la mia casa vale la metà

di Redazione | 5 min

La mia abitazione al Lido Nazioni vale ora circa la metà di quanto venne pagata. Vabbè, per fortuna almeno vi ho trascorso le ferie in questi ultimi anni. Solo che solitamente un investimento nel mattone, crisi a parte, regge nel tempo e garantisce almeno il capitale investito.

Ma questo non è accaduto, in parte per la inadeguatezza delle amministrazioni che si sono succedute alla guida del Comune di Comacchio, che non sono state in grado di investire in turismo e soprattutto in presidio del territorio.

E pensare che di denaro, grazie alle tasse sulle seconde case (in prevalenza IMU che ammonta a circa 37 milioni di euro, dei quali 25 rimangono nelle casse del comune), ne è arrivato parecchio.

Probabilmente utilizzato per coprire la spesa corrente a favore degli abitanti del centro storico o per investimenti in quel di Comacchio (bella la nuova piscina coperta che verrà inaugurata a fine estate).

Anche nel comune ove risiedo (Bolzano), l’IMU (che ammonta a oltre 45 milioni) viene utilizzata per coprire circa un quarto delle spese correnti, ma viene principalmente pagata dai residenti e per loro utilizzata. Non viene pagata dai turisti, come avviene a Comacchio e principalmente utilizzata per i residenti. L’IMU versata dai proprietari di seconde case e categorie economiche operanti ai Lidi, dovrebbe essere principalmente utilizzata per lo sviluppo dei Lidi ed il presidio del territorio a ridosso delle coste.

Possibile non si sia attivato un piano per riasfaltare le strade e soprattutto i pericolosi e fatiscenti marciapiedi urbani?

Un turista “estemporaneo” si guarda bene dal tornare ai Lidi se non vi può neppure passeggiare.

Ma cosa importa all’amministrazione, tanto i numerosi proprietari di seconde case sono costretti a tornare (o svendere le abitazioni ad altri turisti costretti poi anch’essi a tornare ai Lidi). L’IMU rimane la stessa, con l’aliquota massima applicabile.

Il verde non è più presidiato. In passato i parchi e le aiuole venivano ciclicamente ripuliti, i fiori impiantati e l’erba tagliata. Ora, salvo forse sul lungomare, raramente si vede qualche addetto di cooperativa che immagino avrà vinto il consueto appalto al massimo ribasso che naturalmente non garantisce risultati neppure lontanamente accettabili.

La raccolta rifiuti lascia a desiderare. I bidoni dei rifiuti sono tutti rotti e, in piena pandemia siamo costretti a non poter utilizzare le aperture a pedale (rotte pure quelle) e a disinfettarci le mani ad ogni conferimento. I rifiuti stradali abbandonati da utenti maleducati sono raccolti solo estemporaneamente. I cassonetti sono così vetusti che non riportano più le scritte atte a comprendere la tipologia di rifiuti da accogliere e così più d’uno li conferisce a caso in base al contenitore che apre con meno difficoltà (sarei curioso di conoscere gli standard qualitativi della raccolta differenziata, che, in base agli impropri conferimenti, possono essere solo pessimi).

Le fogne, forse sottodimensionate, in molti punti rilasciano olezzi fastidiosi (i mezzi privati dedicati allo spurgo, che numerosi vedo operare, immagino facciano buoni affari).

E potrei continuare a lungo. Sono ad esempio tornate con frequenza pure le zanzare (che siano insufficienti i trattamenti larvicidi?).

Posso comprendere non sia compito semplice presidiare un territorio così vasto, caratterizzato da numerose spiagge, grandi pinete, molta vegetazione e migliaia di abitazioni. Però un salto di paradigma nella gestione dei Lidi va fatto, perché altrimenti il degrado continuerà ad avanzare e lo stato di abbandono che già ora si percepisce fortemente, la farà da padrone, con il rischio che tale abbandono diventi generalizzato e “di massa” anche nei mesi propriamente estivi (luglio e soprattutto agosto).

Non basta un concerto sporadico o un evento eclatante (anche ripetitivo negli anni come “la notte rosa”), che rimane fine a sé stesso, per rilanciare dei Lidi ormai moribondi. Va attivato un piano, anche a lungo termine, per ripristinare tutti i marciapiedi (le tasse le pagano anche coloro che non risiedono a ridosso del lungomare), vanno riasfaltate le strade ove c’è bisogno, sanate le infrastrutture fognarie carenti, ripristinato un verde pubblico decoroso, e parallelamente bisognerebbe cercare di individuare, per quanto possibile, iniziative in tutte le sue forme atte a richiamare il turista (oltre a migliorare i collegamenti). Ma prima va ridato decoro urbano a questi Lidi ormai fatiscenti.

Se non bastano i comunque molti soldi delle tasse sulle seconde case, si attivi la Regione, si cerchino bandi con contributi statali, ma si predisponga un piano serio per il rilancio dei Lidi, altrimenti questi proseguiranno nel lungo declino che li porterà alla loro definitiva scomparsa.

Non ci si può appoggiare, come finora prevalentemente avvenuto, solo sui meritevoli ristoratori, baristi, titolari di stabilimento balneare, e su tutti gli altri imprenditori che nonostante le difficoltà si sono fatti carico di garantire un minimo di accoglienza e fornire servizi utili a rendere un pochino più accettabile il territorio che raggruppa i 7 Lidi. Va cambiato l’approccio, che deve diventare dinamico e non fatalista, quasi ossessivo nell’efficienza e nell’efficacia, per raggiungere il comune obiettivo della sopravvivenza. Se si rilancia il decoro urbano, aumentano i turisti e di conseguenza si alzeranno parte delle troppe serrande ora abbassate.

Del resto questa Amministrazione ha appena iniziato ad operare, speriamo ci sorprenda in modo positivo (potrebbe iniziare attivandosi ad esempio per far garantire nel periodo estivo a tutti i Lidi, come nel recente passato, la presenza di una guardia medica).

Claudio Della Ratta
consigliere comunale a Bolzano
vacanziere a Lido Nazioni

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