Cronaca
24 Giugno 2021
La procura di Siracusa ha aperto un'indagine sul tentativo di vendere un'opera Seicentesca attribuita a Valentin de Boulogne. Ma il critico d'arte replica: “È palesemente una copia, l’originale è a Siena alla Accademia Chigiana”

Sgarbi indagato per esportazione illecita di un dipinto da 5 milioni di euro

di Redazione | 2 min

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“Il dipinto di cui si parla non è mio, mi era stato portato in visione, è una copia, non è quello della fototeca Zeri, l’originale è a Siena alla Accademia Chigiana”. Vittorio Sgarbi ha pochi dubbi sul fatto che la procura di Siracusa stia commettendo un grande errore nell’indagarlo per la presunta esportazione illecita di un dipinto del Seicento, dal valore stimato di circa 5 milioni di euro.

Il deputato, critico d’arte e presiedete di Ferrara Arte, secondo quanto scrive La Repubblica, è infatti finito di nuovo sotto inchiesta, questa volta per una presunta operazione di trasferimento all’estero di una tela anonima, il “Concerto con bevitore” attribuita al maestro caravaggesco Valentin de Boulogne o anche a Manfredi Bartolomeo. Per i carabinieri del Comando tutela del patrimonio culturale, Sgarbi (e anche la sua compagna storica, Sabrina Colle) è proprietario di quel quadro portato nel Principato di Monaco senza il necessario nullaosta e poi sequestrato e riportato in Italia il 15 giugno.

L’opera, che per Sgarbi non è affatto ciò che pensano carabinieri e procura, prima di andare all’estero era a Ro Ferrarese, nella sede della Fondazione Cavallini-Sgarbi. Era lì, dice il critico a Estense.com, “perché richiedeva uno studio dal vero, che io stavo facendo perché ero stato incaricato di fare la perizia”.

“Un dipinto non pubblicato da nessuno, mai visto, palesemente una copia, nessuno studioso lo ha visto – dice netto il critico d’arte -. Non è Valentin. Stavo cercando di verificare la possibilità che il dipinto passasse dalla status di copia allo status di replica”.

Gli inquirenti, sempre secondo quanto riporta Repubblica, hanno aperto l’indagine perché l’intermediario per il passaggio dalle mani del critico ferrarese a quelle di una signora di Cagliari nel Principato di Monaco, sarebbe stato Gianni Filippini, presidente di Sicilia Musei e organizzatore nel 2019 di una mostra le cui opere finirono al centro di un’altra indagine molte di essere vennero ritenute false: “Le opere sequestrate a Filippini – chiosa Sgarbi – erano autentiche e sono state restituite al proprietario, Massimo Carpi”.

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