Politica
17 Giugno 2021
Rinaldo Campi lancia accuse pesantissime contro il dirigente Magnani. Lui: “Solo richiami al suo ruolo”

Il presidente della commissione edilizia: “Minacciato dall’architetto capo del Comune”

di Redazione | 5 min

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“Sono stato minacciato dall’architetto capo del Comune di Ferrara per aver detto no a un progetto”. È il momento più rovente della commissione urbanistica tenuta ieri per chiarire i contorni delle dimissioni a raffica dei componenti della Commissione per la qualità architettonica e urbanistica del Comune di Ferrara.

Ospite speciale era Rinaldo Campi, presidente di quella commissione e l’unico a non dare le dimissioni dopo la lettera del direttore generale Sandro Mazzatorta. Nel rispondere ad alcune domande dei consiglieri Campi ha rivelato che il pomo della discordia che secondo lui avrebbe provocato il terremoto interno alla commissione (che deve fornire pareri professionali sulle pratiche edilizie) è stato il progetto del Chiozzino.

Per la struttura – che discende dalla galassia Sinteco – la nuova proprietà, la Sirio financial advisory di Stefania Tucci, commercialista con base a Londra ed ex moglie di Gianni De Michelis – gli investitori avevano pensato a un maxi studentato.

“Ma io non sono di quelli che alza il braccio a comando – ha tuonato l’architetto e ingegnere Campi – e quando mi sono rifiutato di dare parere favorevole l’architetto Fabrizio mi ha minacciato telefonicamente. Ho testimoni che possono confermarlo”.

Purtroppo Campi non ha potuto essere più preciso, anche perché il presidente della commissione consiliare Francesco Carità, che già aveva silenziato alcuni consiglieri di minoranza, ha chiuso la discussione impedendo di fare ulteriori domande.

Sul punto Estense.com ha contattato l’amministrazione per avere una replica immediata di Magnani, uomo di fiducia del sindaco Alan Fabbri che già lo aveva con sé quando era sindaco a Bondeno e che ora è diventato a Ferrara dirigente del Settore Pianificazione Territoriale

“Assolutamente nessuna minaccia – assicura Magnani -. Sono stato semplicemente costretto, a causa delle contingenze, a richiamare più volte il presidente ad attenersi alle specifiche previste dal ruolo da lui ricoperto senza arrogarsi prerogative che non gli spettavano, avendo la Commissione un carattere squisitamente tecnico”.

E sui rapporti tra presidente Campi e gli altri commissari ha provato a incentrare la discussione Mazzatorta: “è prevista una attività di monitoraggio da parte del Comune sull’attività della commissione. E noi non abbiamo fatto altro che applicare il regolamento a fronte di alcune criticità manifestate in più di un’occasione”.

Mazzatorta, anche dietro richiesta dei consiglieri, non chiarirà quali siano queste criticità. Quanto alla sua lettera del 13 maggio: “non è in discussione la professionalità dei commissari, ma i metodi di lavoro collegiale che presentavano forti tensioni. La vicenda è cristallina. Nessuno di noi ha mai detto o scritto di aver agito per interessi personali, saremmo degli sprovveduti e persone non degne di amministrare”.

Quanto al nuovo assessore delegato, Nicola Lodi – sospettato da alcuni esponenti dell’opposizione di essere il grande manovratore della cacciata della commissione edilizia – ne esce più che tranquillo. “Non è stato cacciato nessuno – ha spiegato, premettendo che le presunte criticità sono emerse prima del passaggio delle relativa delega nelle sue mani -. Siamo stati messi di fronte a delle situazioni problematiche interne alla commissione che ci hanno esposto alcuni privati e anche alcuni membri della commissione stessa”. Problematiche che avrebbero portato alle dimissioni di 4 componenti su 5, “che il Comune ha accettato per indire subito un bando per i nuovi membri”.

In realtà si scoprirà, per bocca dello stesso Lodi, che 4 dei nuovi membri saranno gli stessi che si sono dimessi. “Mancherà Campi perché la sua candidatura non è arrivata”. Il diretto interessato risponde con una risata: “io non potevo dimettermi, la legge lo impedisce”.

Ma anche lo stesso Campi ribadisce di non aver avuto alcun problema con Lodi. Il problema, a quanto dice, era con Magnani. E parla di assurdità di tutta la vicenda: “bastava che il sindaco mi chiedesse le dimissioni, l’unico titolato a farlo, e gliele avrei date subito. È stata creata tutta questa confusione per farmi fuori, perchè mi opponevo a certe regole. Io ho accettato questo incarico senza chiedere un soldo non per fare del bene al centrodestra, ma per fare del bene alla mia città”.

E torna con la mente alle promesse elettorali: “mi ero candidato con la lista di Maggi perché dicevano che volevano migliorare le periferie. Io ero qui per quello, per riportare dignità alle periferie. E invece ne han fan fatti fuori 4 pedoni per far fuori il re, come ha scritto Estense.com”.

E infine la vicenda che promette di tener banco nel prossimo futuro: “il contrasto l’ho avuto per il Chiozzino, non per le altre cose. È lì la bufera. Volevano che dicessi di sì a un agglomerato di 200 persone nel contesto di via Piangipane e piazza Travaglio senza ascensori, senza servizi, senza controllo, senza uscite di sicurezza”.

E dopo il suo no “sono arrivate le minacce di Magnani. Ma io sono il presidente della commissione, e lo sono tuttora, anche se cercate di farmi fuori. È assurdo: fate fuori l’unico che vi tutela, che cerca di fare in modo che la popolazione abbia una qualità superiore di vita attraverso la composizione urbanistica”.

Articolo aggiornato il 18 giugno 2021 alle ore 15.16:

a correzione di quanto scritto nel presente articolo, specifichiamo che l’architetto Rinaldo Campi non ha parlato di mancanza di ascensori. Queste le sue parole esatte, ascoltabili dal minuto 1.45.15 della videoregistrazione qui sotto: “In un contesto urbano come piazza Travaglio io non vado a inserire 200 camere di 20 metri quadri dove non ci sono servizi, non c’è una portineria, non c’è uno studentato, non c’è niente. Una società che non presenta un progetto, che non si sa chi sia, la parte architettonica non ce la fa vedere, le uscite di sicurezza non ce le fa vedere, non ci fa vedere niente…”.

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