La lettera dal titolo “Violenza sulle donne. L’uccisione da Saman è femminicidio”, ha il pregio di terminare in maniera condivisibile “facciamo il possibile per evitare il ripetersi di tragedie come quelle di Saman” ma sono veramente errati, sbagliati e infondati, i presupposti politici assunti dalla stesso scritto. E non intendo mettere in discussione il termine “femminicidio”. Potrebbe e purtroppo potrebbe esserlo. Sarebbe un evento di irragionevole retrograda scellerata crudeltà. Vorrei potere ancora sperare, che la giovane Pachistana, non sia stata uccisa e abbia trovato una via di uscita. Sono ancora tuttora infruttuose le azioni delle forze preposte per ricercarne il probabile cadavere, come esito di una vicenda sconvolgente.
Ma non è questo il punto di disaccordo. Quali siano le ragioni che portano l’autrice della lettera immotivatamente e con totale infondatezza a supporre ”nessuna manifestazione con le scarpe rosse” e con l’uso di una stravagante motivazione:“quando ci sono di mezzo la religione e le tradizioni popolari la cautela, soprattutto per una certa parte politica ( la sinistra) arriva a sminuire la stessa gravità dei reati”. Presidente commissione Pari opportunità Comune di Ferrara, esca da una nociva infatuazione. Abbia le capacità e le doti richiesti dal civile e democratico confronto.
Altrimenti è becera strumentalizzazione. Poiché l’autrice invita ad alzare più voci. Io l’ho sempre fatto. Con le scarpe rosse, con le donne in nero e per tanto altro. Vi ho dedicato la mia vita alle lotte per la difesa e l’affermazione dei diritti delle donne. Sono sempre stata di sinistra e continuo ad esserlo. Considero sbagliati gli intenti abbastanza subdoli di accusare una parte a beneficio di un’altra, soprattutto quando sono totalmente infondati. Questa non è mai stata una buona politica, se si vuole veramente il rispetto delle donne. Lo si faccia con la sincerità e la limpidezza della ragione.
Ansalda Siroli