Nel momento in cui le Forze Armate italiane lasciano l’Afghanistan mi sembra doveroso ricordare il Capitano degli Alpini Massimo Ranzani, nato a Ferrara il 24 marzo 1974 e caduto dieci anni or sono in quelle lontane contrade, a soli 36 anni, durante un’operazione umanitaria.
A partire dal Sottotenente Germano Manini (caduto sul Monte Cristallino nel 1915, decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare e ricordato da un viale a lui intitolato nel centro cittadino) lungo è l’elenco delle penne nere ferraresi che hanno onorato la divisa e il cappello alpino con il tributo del sangue.
A Massimo Ranzani, ricordato da un cippo ad Occhiobello (dove trascorse gli anni giovanili), sono stati intitolati il terminal dell’aeroporto di Herat,in Afghanistan, la caserma del 5° Reggimento Alpini a Vipiteno, il Gruppo Alpini di Cento e, nel 2018, una sala una sala del Rifugio “8° Reggimento Alpini” (ex casermetta Monte Zermula) a Cason di Lanza (UD).
In data 25 febbraio 2013, infine, gli è stata conferita dal Capo dello Stato la Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito, che faceva seguito alla Croce d’Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero, recante una motivazione che esime da ulteriori commenti:
“Giovane Ufficiale del 5° Reggimento Alpini dalle straordinarie qualità umane e morali. Comandato in teatro afghano, si prodigava con grande perizia e professionalità per il pieno assolvimento degli obiettivi della missione. Il 28 febbraio 2011, durante un trasferimento dopo un’attività di sostegno sanitario alla popolazione locale, veniva investito, nei pressi dell’abitato di Adraskan, dall’esplosione di un ordigno improvvisato, proditoriamente occultato da terroristi lungo il percorso dell’autocolonna, immolando la propria vita nell’adempimento del dovere. Chiaro esempio di elette virtù militari, elevato senso del dovere e dedizione al servizio che, con il suo estremo sacrificio, ha contribuito ad accrescere il prestigio dell’Esercito e dell’Italia, tenendo alti gli ideali di pace e solidarietà “.
Mi auguro che al Capitano Ranzani e a tutti coloro che si sono sacrificati nel nome dell’Italia e contro il terrorismo internazionale vada il commosso ricordo della città che gli diede i natali, senza “distinguo” di natura politica, nella speranza che Ferrara voglia sempre onorarlo nel modo più degno e conveniente.
“Per non dimenticare”.
Mario Gallotta
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