Attualità
29 Maggio 2021
La multiutility interviene nella polemica sulla decisione di Arpae e Comune di portare la capacità di bruciare al massimo possibile

Inceneritore. Hera: “Con più rifiuti migliorerà la qualità dell’aria”

di Redazione | 2 min

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“Un incremento del quantitativo di rifiuti trattabili dal termovalorizzatore di Ferrara non peggiorerà la qualità dell’aria della città”. Sembra una contraddizione in termini, eppure lo sostiene Herambiente, forte di quanto “attestato anche dalle autorità deputate ai controlli dal punto di vista ambientale”.

La ultiutility interviene per la prima volta nella polemica in corso contro la decisione di Arpae e Comune di Ferrara di portare da 130 a 142mila la quantità di rifiuti da conferire al termovalorizzatore di via Diana.

Per quanto riguarda queste 12mila tonnellate di rifiuti speciali in più all’anno, Hera spiega che “tale incremento riguarderà rifiuti non ulteriormente riciclabili e avrà tre principali benefici”.

In primo luogo “consentirà all’impianto di lavorare al regime per cui è stato progettato e quindi ne eleverà l’efficienza”. Questo è quanto affermato sempre anche dall’assessore all’ambiente Alessandro Balboni, ma va fatto presente che sin dal momento della sua entrata in funzione, l’impianto – sin dal suo ampliamento nel 2008 – non ha mai funzionato a pieno regime.

In secondo luogo, “aumenterà la capacità del termovalorizzatore di produrre elettricità e calore, energia che altrimenti sarebbe ottenuta da fonti fossili”. Più precisamente, spiega la società, l’apporto delle 12.000 tonnellate aggiuntive contribuirà a produrre ulteriori 25.000 MWh di calore e 2.630 MWh di elettricità che alimenteranno le reti elettriche e il teleriscaldamento della città”.

Ultimo beneficio secondo Hera, infine, l’operazione “consentirà di sottrarre annualmente 12.000 tonnellate al conferimento in discarica, senza alcun impatto sulle filiere del riciclo dato che i rifiuti trattati dal WTE (trasformazione dei rifiuti in energia, ndr) sono già al netto di tutto quanto passibile di recupero di materia”.

Hera sottolinea che l’opzione discarica è internazionalmente riconosciuta come peggiorativa rispetto al trattamento termico “perché non valorizza la componente energetica presente nei rifiuti, a fronte di un impatto ambientale non inferiore a quello derivante dalla termovalorizzazione”.

A questo proposito la multiutility ricorda che, nei propri territori, il Gruppo Hera ha già ridotto al 3,4% il ricorso alla discarica per il conferimento dei rifiuti urbani, ben al di sotto sia della media italiana (23%, dato 2018), sia dell’obiettivo che l’Unione Europea pone al 2035 e che è pari al 10%.

Anche qui andrebbe precisato che in provincia di Ferrara sono state già chiuse tutte le discariche e l’argomento quindi non tocca i ferraresi e l’aria che respirano.

Hera chiude con la classica rassicurazione: “dal 2008, data di entrata in esercizio dell’impianto, ad oggi tutte le numerose campagne di monitoraggio effettuate hanno dimostrato l’assenza di impatti significativi dell’impianto sul territorio circostante”.

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