di Matteo Bellinazzi
Una realtà in costante evoluzione quella del Centro di medicina Ferrara che ha recentemente unito le due unità sanitarie inglobando la storica sede di via Pomposa (Poliambulatorio Futura) all’interno di quella di via Verga, con direttore sanitario il professor Vincenzo Sollazzo. Grazie ad un intervento di restyling e di potenziamento tecnologico, è stata creata una clinica ambulatoriale moderna, con oltre 150 specialisti in 50 branche, integrata dalla attività chirurgica in day surgery.
Gli investimenti di ammodernamento sono continui e a beneficiare del potenziamento tecnologico in particolare sono state l’attività diagnostica in ambito ginecologico, dermatologico, oculistico e senologico.
Nello specifico l
, il direttore sanitario, Vincenzo Sollazzo, due membri dell’equipe di senologia diagnostica Andrea Campanati e Massimo Lazzari, il presidente di Lilt Ferrara, Edgardo Canducci e l’assessore alle Politiche sociali Cristina Coletti in rappresentanza dell’amministrazione comunale.
“Un’apparecchiatura – dichiara Papes – in grado di effettuare mammografie a risoluzione ancora più elevata rispetto al modello precedente e, grazie ad un particolare dispositivo, alleviare il dolore dell’esame e renderlo così più fruibile dalle donne, il quale ha richiesto un importante investimento di 250 mila euro”.
“Tuttavia – prosegue l’amministratore delegato – le migliori tecnologie sarebbero investimenti fine a sé stessi senza le specializzazioni e le abilità dei medici che possiamo vantare al Centro di medicina per i quali siamo contenti di poterli attrezzare con il meglio che la tecnologia può offrire. Ringrazio l’amministrazione comunale che si è dimostrata particolarmente favorevole e sensibile ad incentivare le realtà sanitarie private e ci ha permesso di mettere a disposizione questo servizio ai cittadini”.
“Come amministrazione – interviene Coletti – siamo fieri del lavoro del Centro di medicina, che rappresenta un importante valore aggiunto per la città e tutto il territorio”.
Il nuovo sistema si qualifica “sia per l’altissima risoluzione – spiega Campanati – e per la velocità, riducendo gli artefatti di sovrapposizione e consente un’analisi più accurata della struttura del seno”.
“La Tomosintesi – aggiunge Lazzari – consente l’individuazione delle patologie riducendo accertamenti strumentali invasivi. Negli ultimi anni si registra un incremento del rischio nella fascia 35-40 e per questo la tecnologia sempre più all’avanguardia viene in aiuto allo specialista”.
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