Eventi e cultura
15 Maggio 2021
Spazio quattrocentesco con 170 opere in 11 sale. Sgarbi: "Grande rinascita"

Riapre Schifanoia con un museo tutto nuovo

di Redazione | 3 min

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di Lucia Bianchini

Dopo 9 anni dal terremoto che ne aveva imposto la chiusura, riapre il museo di Palazzo Schifanoia, mostrando al pubblico una porzione di 850 metri quadrati divisi in 11 sale, con 170 opere.

Al Salone dei Mesi, che dal 2020 ha una nuova illuminazione, si aggiungono altre 10 sale del palazzo Quattrocentesco, alcune mai viste. L’area è stata riaperta dopo la chiusura causata dal sisma del 2012. Si delinea tra le sale un percorso che va dall’età di Borso e di Ercole I, attraverso i fasti cinquecenteschi di Alfonso I, per poi percorrere l’autunno del Rinascimento e, attraversando la Devoluzione, mutare di stato ed evolversi nella Ferrara barocca della pittura sacra e in quella classicista, civica e illuminista del cardinale Riminaldi. Sono esposte in questa ala le medaglie di Pisanello, le miniature di Guglielmo Giraldi, le sculture di Niccolò Baroncelli, Domenico di Paris, Sperandio Savelli, le tele di Carlo Bononi, Scarsellino e Caletti, per poi passare ai marmi, tra cui il sarcofago di Prisciano Prisciani, e ai bronzi antichi e moderni importati da Roma nel Settecento e il busto colossale di Leopoldo Cicognara scolpito da Antonio Canova.

A settembre la rinascita di Schifanoia sarà completa con l’apertura dell’ala più antica del palazzo, quella Trecentesca, costruita da Alberto V d’Este.

“Quello che presentiamo oggi è una sorta di ‘Schifanoia 2.0’, rifatto – spiega Giovanni Sassu, responsabile dei Musei di arte antica -. Il tentativo di questo capolavoro è far cessare un processo storico, cioè che il Salone dei Mesi abbia schiacciato con la sua veemenza il resto del Palazzo. Alla fine dell’Ottocento Giuseppe Agnelli e Adolfo Venturi decisero che qui confluisse buona parte delle collezioni archeologiche e delle miniature. Volevano che il Salone dei mesi contenesse le miniature, porre cioè il microcosmo della miniatura nel macrocosmo del Salone. Ci siamo connessi a questo per far dialogare le collezioni dei Musei Civici con il palazzo e creare qualcosa di diverso da prima. È un recupero ereditario e civico, è la città di Ferrara che si riprende un pezzo di storia e lo guarda con gli occhi della modernità”.

“Schifanoia oggi trova una vera e propria grande rinascita”, afferma il presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi intervenuto in video elogiando “la capacità straordinaria dei curatori” e ripercorrendo il percorso che dalla nuova illuminazione del salone dei mesi (“Ferrara è uno dei luoghi meglio illuminati”) – passando attraverso la mostra di “Francesco Del Cossa, l’oro degli Estensi” –  ha portato agli allestimenti attuali, “ricchi di opere mai esposte”. Allestimenti che, in un percorso continuativo tra le sale, passano attraverso i miniatori (“Schifanoia ci fa sentire una cultura figurativa che si articola dalle piccole alle grandi dimensioni”), e i grandi dipinti rinascimentali, come la Pala Grossi in terza stanza. Poi via via, avanzando tra le sale, fino ad arrivare alle mostre di marmi di Riminaldi, “a cui si deve anche il tentativo di rimettere in ordine in senso neogotico le logge della cattedrale”, e il busto di Cicognara del Canova in ultima sala “che apre alla prospettiva – continua il presidente di Ferrara Arte – delle celebrazioni canoviane che si concluderanno nel 2022”.

“Quella di oggi – interviene l’assessore Gulinelli – è un’altra tappa importante della restituzione di Schifanoia alla città e al Paese. Quello che inaugura oggi non è solo un archivio della memoria, ma un museo vivo e rinnovato che si dà ai nuovi visitatori in un’esperienza unica”.

A illustrare il nuovo museo anche il conservatore dei musei di arte antica del Comune di Ferrara Maria Teresa Gulinelli: “Oggi cerchiamo di raccontare in un modo al passo con i tempi, in un modo moderno, attraente per giovani, scolaresche, turisti e naturalmente interessante per i turisti diverse opere, alcune mai state esposte. Tutte appartengono alle collezioni del museo civico, nato nel Settecento”.

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